I neonati prematuri tirati fuori dalle incubatrici non funzionanti ci mostrano tutto l’orrore della guerra a Gaza

Gli ospedali di Gaza sono allo stremo e sempre più pieni di cadaveri. Questo massacro scellerato - che va avanti da oltre un mese - non risparmia neanche i neonati prematuri, rimasti fuori dalle incubatrici e condannati a una morte inaccettabile...

Gaza è ormai un enorme cimitero a cielo aperto. Le bombe sganciate da Israele sul territorio palestinese non risparmiano nessuno: famiglie, medici, giornalisti, volontari, bambini… Nella città palestinese, rasa ormai per gran parte al suolo, regnano la disperazione, la paura e l’angoscia. In questo inferno non esiste nessun luogo sicuro in cui nascondersi.

A essere presi di mira anche gli ospedali, colpiti non soltanto dai bombardamenti ma dall’interruzione della corrente elettrica, dalla carenza di acqua e di forniture mediche. Le vittime più piccole e vulnerabili di questa guerra (dove anche le regole belliche vengono costantemente violate) hanno appena qualche mese, mani e piedi minuscoli: sono i neonati prematuri, la cui speranza di vita è ridotta al minimo.

L’ospedale di Al-Shifa, il più grande di Gaza, è ormai al collasso e si rischia di una strage di bimbi.

“Oggi abbiamo perso un bambino, ieri ne abbiamo persi due e temo che tutti perderanno la vita” ha dichiarato Marwan Abu Sada, primario di Chirurgia, ai microfoni del Guardian.

Lo staff medico è stato costretto a tirare i piccoli fuori dalle incubatrici e li hanno trasferiti nei letti, fasciandoli in coperte e posizionandoli uno vicino all’altro nel disperato tentativo di tenerli al caldo, come mostrano le strazianti immagini che stanno circolando sui social:

Ma senza forniture di ossigeno ed elettricittà, rischiano di andare presto incontro alla morte.

“Non abbiamo più scorte di ossigeno, né carburante per far funzionare un generatore” spiega il dottor Abu Sada.

Leggi anche: I genitori di Gaza stanno scrivendo i nomi dei loro figli sulle gambe e sulla pancia perchè possano essere identificati

La catastrofe nel più grande ospedale di Gaza

La struttura ospedaliera di Al-Shifa è sotto assedio, circondata dall’esercito israeliano, che lo considera uno dei principali covi del comando di Hamas

“Nessuno può uscire e nessuno può entrare” racconta il primario. Qui le sale operatorie sono ormai fuori uso, le ambulanze sono bloccate e il numero cadaveri lasciati in giro aumenta di ora in ora.

Ieri l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato di aver perso la comunicazione con i suoi contatti all’interno dell’ospedale Al-Shifa.

“Gli ultimi rapporti dicevano che l’ospedale era circondato da carri armati. – fa sapere – L’OMS nutre gravi preoccupazioni per la sicurezza degli operatori sanitari, di centinaia di pazienti malati e feriti, compresi i bambini in terapia intensiva e gli sfollati che rimangono all’interno dell’ospedale. Secondo quanto riferito, il numero di pazienti ricoverati è quasi il doppio della sua capacità.

Anche l’Ong Medici Senza Frontiere (MSF) ha lanciato l’ennesimo appello per proteggere gli ospedali di Gaza:

Denunciamo l’attacco dell’esercito israeliano contro civili intrappolati nell’ospedale di Al Shifa. È necessario un cessate il fuoco urgente e incondizionato da parte di tutte le parti in guerra; gli aiuti umanitari devono essere forniti a tutta la Striscia di Gaza, adesso!

Secondo le autorità palestinesi, dal 7 ottobre – quando è avvenuto l’attacco da parte di Hamas – le persone morte nei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza sarebbero circa 11mila (e oltre 6mila sarebbero donne e bambini in base a quanto stimato dall’OMS).

Un massacro di civili che niente e nessuno può giustificare…

Fonti: The Guardian/MSF/OMS

Seguici su Telegram Instagram | Facebook TikTok Youtube

Leggi anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook