Formaldeide nei pannolini, da Pampers ad Aldi, le marche e i modelli che la contengono ancora

Una nuova analisi francese su 32 pannolini differenti mostra un miglioramento della qualità ma allo stesso tempo ancora troppa formaldeide

Una nuova analisi condotta su 32 marche e modelli di pannolini mostra un miglioramento della qualità di questi prodotti ma rimane ancora un punto critico: la presenza di formaldeide.

A seguito di un’indagine dell’ANSES (Agenzia nazionale per la salute e la sicurezza alimentare, ambientale e professionale) dell’anno scorso, che aveva rilevato la presenza di sostanze tossiche nei pannolini per bambini, la Direzione generale per la concorrenza e repressione delle frodi (DGCCRF) ha condotto per la prima volta un test su tutti i modelli disponibili in Francia.

L’obiettivo era fare il punto della situazione e vedere se i produttori avevano apportato migliorie ai propri prodotti. Per verificare questo è stato avviato un monitoraggio già dal 2019 ma che si è concluso nei primi mesi del 2020.

Sono stati presi a campione 32 marche e modelli di pannolini per bambini, rappresentativi del mercato nazionale francese ma alcuni dei quali venduti anche in Italia.

I risultati del test

I risultati del test mostrano, fortunatamente, un generale miglioramento della qualità dei prodotti e che i limiti sanitari di sicurezza per le diverse sostanze non sono mai stati superati.

In nessun pannolino sono presenti allergeni o residui di pesticidi e si evidenzia inoltre una riduzione della contaminazione da diossina e furano, PCB-DL (composti del cloro) e HAP3, ancora rilevati dunque, ma sempre entro le soglie consentite.

Tuttavia, la DGCCRF è preoccupata per la presenza ancora abbastanza costante di formaldeide le cui tracce sono state trovate in 24 pannolini su 32.

Si tratta di una sostanza potenzialmente pericolosa ma come scrivono dalla DGCCRF: “la situazione non giustifica l’ordine di richiamo dei prodotti“, questo perché nessun pannolino ha un contenuto superiore al 50% della soglia stabilita dall’ANSES.

Ma vi sono 3 marche di pannolini in cui il contenuto misurato in formaldeide (indicata nelle tabelle con il numero 1) supera il 10% della soglia sanitaria consentita e, per questo, “si richiede agli operatori interessati di approfondire l’analisi entro sei mesi per raggiungere rapidamente un contenuto inferiore al 10% della soglia”.

analisi pannolini leggenda

© DGCCRF

Nelle seguenti infografiche potete vedere i risultati ottenuti per ogni singola marca e modello di pannolino. Considerate che, quando vedete il colore verde, significa che per quella sostanza la concentrazione è inferiore al 10% (rispetto alle soglie sanitarie calcolate da ANSES): la sostanza quindi non è stata rilevato o lo è ma in bassissima quantità e dunque non rappresenta un rischio.

© DGCCRF

Il grigio, invece, rappresenta il fatto che non è possibile escludere un eccesso del valore del 10% delle soglie sanitarie perché la sostanza è stata rilevata ma ad un livello di concentrazione insufficiente per essere quantificata oppure la variabilità nei risultati non consente una conclusione definitiva.

Il giallo indica che il risultato per quella sostanza è un livello che va dal 10% al 25% delle soglie sanitarie calcolate da ANSES e non si garantisce l’assenza di rischi nel contesto di esposizioni cumulative.

L’arancione rappresenta invece un livello tra il 25% e il 50% delle soglie sanitarie calcolate da ANSES. Ancor di più in questo caso non si garantisce l’assenza di rischi.

Le marche peggiori

I pannolini con maggiore presenza di formaldeide risultano: Carryboo, Love & Green, Marmailles Plus, Moina Zaiza ma anche i Pampers Premium Protection.

pampers premium

La Pampers, dunque, nonostante lo scandalo sulle sostanze presenti nei suoi pannolini di cui si è parlato molto negli scorsi anni, non risulta ancora del tutto “pulita”.

Tracce di formaldeide sono state trovate anche in altri modelli Pampers: Baby Dry (che presenta ancora anche tracce di diossine e furani) e Harmonie ma anche nei pannolini Lupilu di Lidl, negli Huggies Little Swimmers e negli Huggies Pull-Ups.

Considerando che i pannolini si utilizzano su neonati e bambini, migliorare ulteriormente la qualità e la sicurezza di questi prodotti è di fondamentale importanza. Speriamo quindi che il prossimo test evidenzi, una volta per tutte, la totale assenza di formaldeide.

La replica di Love & Green

In seguito alla pubblicazione del test, il marchio Love&Green ha denunciato la metodologia dell’indagine in quanto, come ha dichiarato la founder Celine Augusto:

“gli agenti della squadra anti-frode hanno effettuato controlli su un vecchio lotto di pannolini Love & Green, risalente al giugno 2018, prelevato da un negozio commerciale. Prima, i nostri pannolini erano avvolti in una confezione con alcuni buchi per il passaggio dell’aria. È possibile che queste aperture della confezione abbiano permesso di inquinare il prodotto quando, ad esempio, era conservato nei magazzini dei supermercati. La confezione è stata cambiata a metà del 2019. I nostri test interni non hanno rilevato alcun IPA. A fronte della serietà del marchio siamo stati i primi ad esporre un elenco completo ed esaustivo degli ingredienti sulle sue confezioni già dal 2018 e ad ottenere 3 etichette di eccellenza ambientale: Ecolabel europeo, FSC e TCF”.

In seguito a questa replica, alcuni giornali come Le Parisien hanno eliminato le tabelle che sono ancora visibili però sul sito del governo a cui fa rifermento la DGCCRF .

Fonte: DGCCRF 

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