Braccioli e ciambelle “sono giocattoli” e non dispositivi anti annegamento per i bambini

Tanti genitori sono ancora convinti che, per prevenire l'annegamento dei propri figli, basta utilizzare ciambelle (comprese quelle indossabili a mutandina per i più piccoli) o braccioli. A quel punto, i piccoli possono essere anche lasciati in acqua da soli. Ma è davvero così? Assolutamente no!

La convinzione molto comune tra i genitori che braccioli e ciambelle possano prevenire gli annegamenti dei bambini è dura a morire. La realtà è che, nonostante si tratti effettivamente di strumenti galleggianti, questi non sono affatto sicuri e dovrebbero essere considerati giocattoli e non dispositivi anti-annegamento.

A ricordarlo è Salvagente Italia, organizzazione che da anni si occupa di divulgare le Manovre di Disostruzione Pediatrica e Neonatale e che propone diversi corsi di primo soccorso per bambini, in cui viene affrontato anche il tema, particolarmente importante in questo periodo, della prevenzione dell’annegamento.

Come ricorda l’associazione:

I braccioli sono giocattoli, non metodi anti annegamento.

Può capitare infatti – e viene riportata a questo proposito una testimonianza in un post su Facebook – che si sfilino, mettendo seriamente a rischio il bambino.

Forniscono tra l’altro una falsa idea di sicurezza quando invece l’unica cosa importante è che il bambino sappia stare a galla da solo. Dunque, il consiglio è quello di proporre ai più piccoli fin da subito corsi di baby nuoto in cui possano imparare a nuotare, senza l’ausilio di alcun supporto (ricordate che i piccoli già conoscono l’elemento acqua, avendo vissuto 9 mesi nella pancia della mamma).

La prevenzione numero uno è tenerli con sé, non lasciarli mai da soli in acqua, affidandosi appunto a dispositivi che non garantiscono nessuna sicurezza.

L’osteopata Gabriele Ottavi – in un post di qualche anno fa ma sempre attuale – ci spiega perché, anche a livello fisico, le ciambelle a mutandina non andrebbero usate:

La ciambella con mutandina crea una percezione errata di ciò che è l’acqua, di come ci sostiene e come riusciamo a gestire questo nuovo splendido elemento. Forniamo così al piccolo delle informazioni artificiose che finiscono per alterare il suo imprinting con l’acqua dicendogli che senza ciambella e mutandina si affonda. La mappa cerebrale della sua corteccia motoria sta apprendendo uno schema sbagliato partendo da una tabula rasa che lo porterà ad approcciarsi al mare ed alla piscina sempre legato ad un ausilio.

Altri suggerimenti utili per nuotare insieme ai nostri bambini, consigliati dall’osteopata sono:

  • Tenerli attaccati a noi e mostrare quanto è divertente galleggiare supportandoli sotto le braccia
  • Costruire un rapporto di fiducia in acqua con serenità, giochini colorati, abbracci e coccole
  • Mettersi in posizione semi supina (come a voler nuotare quasi a dorso) e adagiare i bimbi di schiena sul nostro petto con la testa sulla nostra spalla…ondeggiamo, cantiamo, lasciamoci trasportare da un movimento dolce e ondulatorio

In questo modo i bambini prenderanno fiducia con l’acqua e piano piano, senza l’ausilio di alcun dispositivo, si sentiranno sicuri e potranno staccarsi liberamente.

Insomma, non affidiamo ad alcun dispositivo la sicurezza dei nostri figli ma formiamoci per imparare a prevenire gli annegamenti.

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Fonte: Salvagente Italia / Osteopata Gabriele Ottavi

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