Le ville Liberty del quartiere Coppedè sono salve: arriva il vincolo paesaggistico che vieta demolizioni e alterazioni

Le ville Liberty del quartiere Coppedè di Roma sono salve: arriva il vincolo paesaggistico che vieta demolizioni, ricostruzioni e alterazioni varie.

È stata una lunga battaglia ma ne è valsa la pena: i meravigliosi villini Liberty del famoso quartiere Coppedè di Roma sono finalmente salvi. Non potranno più essere eseguite demolizioni né ricostruzioni, ampliamenti o alterazioni varie. Lo hanno richiesto a gran voce i comitati degli abitanti dei quartieri, del Municipio II, sostenuti anche da Repubblica, e così il ministero dei Beni culturali e la Soprintendenza Speciale di Roma sono intervenuti per metterli al sicuro.

I villini interessati sono quelli del II Municipio di Roma, che nell’insieme formano un complesso urbano di notevole interesse pubblico, che rappresenta l’idea di “città giardino” otto-novecentesca, la cui identità e il cui valore culturale non devono essere snaturati.

L’iter era stato avviato da Francesco Prosperetti e dopo mesi, ecco la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, del 28 gennaio 2020, della dichiarazione di tutela del direttore generale di Archeologia, belle arti e paesaggio del Mibact, Federica Galloni.

Come ha riferito la Soprintendente Speciale di Roma Daniela Porro ad AgCult, è la prima volta “che viene posto un vincolo paesaggistico che assorbe un pezzo di una grande città“, quindi si tratta davvero di un grande risultato su più fronti:

“La stesura di questo vincolo ha un valore fortemente innovativo per il coinvolgimento delle istituzioni del territorio, Comune e Regione, per aver garantito forse per la prima volta in Italia la tutela paesaggistica a una area importante di una grande città e, non da ultimo, per la metodologia di lavoro.”

La Soprintendenza speciale di Roma, guidata da Daniela Porro, ha ritenuto che per caratteristiche e qualità architettoniche, quest’area fosse meritevole di tutela e di rilevante interesse pubblico. E ora si intende tutelare una seconda area, quella della Nomentana.

FONTI: AgCult

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