Marie Kondo si arrende: è impossibile avere una casa ordinata con 3 figli

Gli occhi a mandorla che ci hanno guardato per anni con fare inquisitorio a ogni calzino messo fuori posto ora si redime e dice: “tutto sommato un po’ di disordine fa bene”. E rivoluziona il concetto di riassettare casa

Adesso, solo adesso, nel bel mezzo di un trasloco, ho imparato la fatidica arte del piegamento e del lasciare andare le cose per quali non provo sentimenti. “Kondo docet”, me ne andavo dicendo, entusiasta di aver piegato quelle mutande egregiamente.

Ma ora no, c’è qualcosa che non quadra se anche lei, Marie Kondo, la mamma giappo di tutti i cassetti, torna sui suoi passi e ammette che in fin dei conti un po’ di sano disordine non guasta. Oddio, ma perché proprio adesso Marie?

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La notizia insomma è questa: Marie Kondo, la guru giapponese del riordino, ha detto addio ordine e pulizia estrema. Lo ha rivelato pochi giorni fa in occasione di un webinar per promuovere il suo ultimo libro, Marie Kondo’s Kurashi at Home: How to Organize Your Space and Achieve Your Ideal Life.

L’autrice del best seller di fama mondiale “Il magico potere del riordino“ (libro che ha venduto oltre 11 milioni di copie in tutto il mondo!) e approdata in una serie esclusiva Netflix dal titolo “Facciamo ordine con Marie Kondo” (originale “Tidying Up With Marie Kondo”), non ce l’ha fatta a sopportare il peso dell’ordine a tutto spiano.

È umana, mi sono detta, deo gratias! Ma perché un simile ripensamento? Marie ha da poco avuto il terzo figlio e, diciamocela tutta, tra bodini pieni di pupù e giochini che non ci stai appresso, e scesa un po’ dal piedistallo della mamma perfettina e ha detto:

Ora mi rendo conto che ciò che è importante per me è divertirmi a passare il tempo con i miei figli a casa. L’obiettivo finale è suscitare gioia ogni giorno e condurre una vita gioiosa.

In pratica, la sua filosofia di base adesso – sviscerata nel suo ultimo libro pubblicato lo scorso novembre – è il concetto giapponese del kurash (o kurashi), ossia: “ordine ma non troppo” e “disordine accettabile”.

C’è stato un tempo in cui il mio programma era così fitto che mi sentivo fisicamente e mentalmente esausta – ammette la giappo organizer. Mi è capitato anche quando ero incinta della prima figlia e la pressione era così forte che a volte non riuscivo a controllare le mie emozioni e alla fine della giornata scoppiavo a piangere.

Ero una perfezionista, ma è diventato difficile mantenere certi standard dopo aver avuto dei figli. Spero che la mia apertura sull’argomento aiuti gli altri ad allentare la presa. Ho rinunciato al perfezionismo un po’ di tempo fa!

Marie, una di noi. Perché – dai – vuoi mettere la soddifazione che ti dà ammassare senza criterio di colori né di forma le t-shirt dei tuoi figli col solo unico lungimirante obiettivo di dimenticare al più presto il cesto dei panni da stirare?

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