Dopo aver vissuto sulla propria pelle l'esperienza dell'aborto spontaneo, l'illustratrice francese Mathilde Lemiesle ha deciso di infrangere il tabù parlandone attraverso la sua arte

@Mathilde lemiesle/Instagram
Almeno una donna su dieci in tutto il mondo ha un aborto spontaneo nel corso della vita e nella sola Francia, ogni anno, sono circa 200.000, ovvero 1 gravidanza su 4. Eppure le emozioni che accompagnano questa dolorosa esperienza sono spesso trascurate, se non totalmente ignorate.
Così è accaduto anche all’illustratrice francese Mathilde Lemiesle, che prima di avere sua figlia ha avuto 4 aborti spontanei, sentendosi isolata e poco informata su ciò che stava accadendo al suo corpo.
Partendo dalla propria esperienza personale, Mathilde ha deciso di infrangere il tabù attraverso i suoi fumetti, pubblicati nel libro intitolato “_My Almost Nothings_”. Disegni educativi che parlano di aborto spontaneo, femminismo e diritti delle donne, traendo spunto da studi e testimonianze reali.
Mathilde contesta il fatto che questa esperienza venga spesso descritta dai medici semplicemente come un periodo pesante che tanto passerà presto, e ritiene che l’espressione francese utilizzata per indicare l’aborto spontaneo, ovvero “fausse couche” o “falsa nascita”, incolpi direttamente le donne per non essere riuscite a portare a termine la gravidanza, svalutando e banalizzando ciò che vivono. Ecco perché propone l’utilizzo del termine più neutro “grossesse arrêtée” o “gravidanza interrotta”.
Anche se in Francia è stato approvato un disegno di legge che finalmente offre più sostegno alle donne in caso di aborto spontaneo, i passi in avanti da fare sono innumerevoli e Mathilde, con le sue illustrazioni, continua a sensibilizzare l’opinione pubblica dando voce alle donne che hanno vissuto questa esperienza, incoraggiandole a parlarne senza vergogna e senza sensi di colpa, facendole sentire meno sole e incomprese.
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