“La Gioconda deve tornare in Italia agli eredi di Leonardo”: misteriosa associazione chiede (di nuovo) la restituzione ai francesi

L’associazione International Restitutions ha chiesto la restituzione della Gioconda all’Italia: ora il Consiglio di Stato francese dovrà pronunciarsi a riguardo, ma le possibilità che la cosa sia accolta sono pressoché nulle

È uno dei “tira e molla” più vecchi di sempre: la restituzione della Gioconda all’Italia. Sì, perché ci risiamo: arriva l’ennesimo appello a far tornare la Monna Lisa là dove fu dipinta, ovvero nel nostro Paese. Questa volta a sollevare un polverone – più mediatico che concreto – ci ha pensato una richiesta presentata dalla misteriosa associazione International Restitutions.

Misteriosa perché si ignorano sia i responsabili che la ragione sociale dato che l’associazione non ha fornito dettagli né sui suoi membri né sulla sua sede, rendendo ancora più enigmatica la sua azione legale. Fatto sta che ha posto all’attenzione del Consiglio di Stato francese la “radiazione” del dipinto dall’inventario del Louvre.

Ora la più alta autorità amministrativa francese dovrà pronunciarsi, chiamato a “dichiarare inesistente” la decisione di re Francesco I di “appropriarsi” del celebre ritratto della Monna Lisa. L’associazione, che si presenta senza avvocato, ha fatto sapere di “agire a nome degli eredi di Leonardo da Vinci”.

Perché la Gioconda si trova al Louvre

Va da sé che una simile richiesta ha ben poche, se non nulle, possibilità di venire accolta, ma il Consiglio di Stato dovrà essere comunque “scomodato” dato che sarà obbligato ad esaminarla nei prossimi giorni. Guardando a ritroso, c’era stata una precedente richiesta sempre di International Restitutions su un’altra opera e anche in quel caso l’autorità aveva risposto che l’associazione non aveva titolo per agire.

Quanto alla Gioconda, facendo un tuffo nel passato era stata accolta in Francia nel 1516 dal re Francesco I, in un periodo in cui Leonardo da Vinci si trovava in disgrazia presso i Medici e aveva trovato rifugio in Francia. Secondo la versione ufficiale, Leonardo cedette il dipinto al re in cambio di protezione e supporto finanziario.

Da allora, la Gioconda è stata legittimamente conservata al Louvre. A differenza di altri capolavori veramente strappati all’Italia dalle spoliazioni napoleoniche come Le nozze di Cana di Paolo Caliari detto il Veronese, dunque, la Monna Lisa a scanso di stravolgimenti dell’ultima ora dovrebbe rimanere ancora a lungo nelle mani dei francesi, con buona pace di noi italiani.

Presto potrebbe trovare una nuova collocazione

Nel frattempo il Louvre sta valutando la possibilità di dedicare una sala separata alla Gioconda di Leonardo da Vinci al fine di migliorarne le condizioni di esposizione e garantire un’esperienza più soddisfacente ai visitatori. Questa decisione è stata annunciata dal presidente del museo, Laurence Des Cars, durante un’intervista alla radio pubblica France Inter.

Des Cars ha sottolineato l’importanza di garantire un’accoglienza adeguata a opere così iconiche come la Gioconda, riconoscendo che attualmente il dipinto si trova esposto nella Salle des Etats, la sala più grande del Louvre, insieme ad altre importanti opere d’arte. Tuttavia, la sua collocazione attuale non offre necessariamente le condizioni ideali per apprezzare pienamente il capolavoro di Leonardo.

Una delle principali preoccupazioni riguarda il notevole afflusso di visitatori che ogni giorno si raduna attorno alla Gioconda, desiderosi di osservare da vicino il sorriso enigmatico della donna ritratta nel dipinto e di scattare selfie con essa. Des Cars ha rivelato che circa l’80% dei visitatori del Louvre, pari a più di 20.000 persone al giorno, si ferma davanti alla Gioconda per immortalare l’incontro con il celebre dipinto.

La proposta di creare una sala separata per la Gioconda è motivata dalla volontà di offrire una migliore esperienza ai visitatori, riducendo l’affollamento e consentendo una visione più intima e contemplativa del dipinto. Inoltre, questa iniziativa potrebbe contribuire a preservare l’integrità e la conservazione della Gioconda, garantendo un ambiente più controllato e adatto alle esigenze dell’opera d’arte.

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