Di che colore è la fiamma del tuo fornello a gas? Se non è azzurra, c’è davvero da preoccuparsi?

Una delle tante fake news che circolano sul web riguarda il colore della fiamma del fornello domestico, spia di uno spreco dei consumi di gas: vediamo cosa c'è dietro questo fenomeno

In questo momento storico l’attenzione agli sprechi energetici è massima, poiché consumare più energia del necessario si traduce in costi della bolletta elevatissimi. È giusto dunque cercare di risparmiare, come noi stessi vi suggeriamo con numerosi articoli e strategie, ma attenzione a non dare ascolto alle fake news di cui molto spesso il web si fa veicolo.

Una di queste riguarda un accessorio della cucina che utilizziamo quotidianamente per la preparazione dei piatti: il fornello. Infatti, sui social è diventato virale un post in cui si dice di fare attenzione al colore della fiamma che si genera dal piano cottura, poiché a diverso colore corrisponde una miscela di gas diversa e dietro una fiamma diversa di nasconderebbe un gas miscelato con più ossigeno, il che corrisponderebbe a una truffa bella e buona.

Sì, perché la fiamma blu sarebbe quella più calda ed efficiente dal punto di vista energetico, mentre quella rossa avrebbe una temperatura media più bassa – il che vuol dire che i nostri cibi necessiteranno di più tempo (e più gas) per cuocere. Ma cosa c’è di vero in questo? Cerchiamo di fare chiarezza.

In particolare, la fiamma blu sarebbe quella più calda ed efficiente dal punto di vista energetico, mentre quella rossa avrebbe una temperatura media più bassa – il che vuol dire che i nostri cibi cuoceranno in meno tempo. Questa differenza di temperatura deriverebbe da una maggiore presenza di ossigeno nel gas che dà vita alla fiamma rossa.

https://www.facebook.com/antony.santoro1/posts/pfbid03icRpvoMwiCyM1eAC3tujfkRbbKT3mdJnEuJuQk4V9E9S6vC6NN1KGerReaa2WK9l

Ma cosa c’è di vero in questo? Cerchiamo di fare chiarezza. Il colore della fiamma non è necessariamente un indicatore della temperatura, ma può rivelare anche informazioni sulla composizione chimica del gas che stiamo andando a bruciare.

Il gas GPL brucia con fiamma blu; allo stesso modo tutti gli alcani come metano, propano, butano ed etano: essi sono detti idrocarburi puri perché contengono atomi di idrogeno e carbonio legati da legami singoli. È proprio la combustione degli atomi di carbonio che dà alla fiamma il suo tipico colore bluastro. La fiamma del GPL ha una temperatura di circa 1.980°C, mentre gli idrocarburi bruciano a una temperatura di circa 1.960°.

Se vediamo una fiamma di colore giallo o rosso, siamo di fronte a un fenomeno di combustione incompleta ,che non per forza dipende dalla presenza di ossigeno nella miscela, ma che può derivare anche dalla presenza di fuligine o altre impurità che “inquinano” il gas che stiamo bruciando. Le fiamme gialle e rosse sono dovute alla presenza di fuliggine o altre impurità all’interno della miscela, che non è più pura e non brucia più in modo completo, come dovrebbe. Ovviamente, una combustione incompleta genera una temperatura della fiamma più bassa – circa 1.000°C.

Non si tratta, è bene ribadirlo, della presenza di ossigeno nella miscela del gas domestico (la cosiddetta “aria propanata” composta per il 50% di gas propano e per il 50% di ossigeno) e quindi di una truffa, bensì di un gas non completamente puro che non riesce a bruciare come dovrebbe.

Ma da cosa derivano queste impurità?

La colpa è sostanzialmente nostra e della nostra gestione del piano cottura. La presenza di cristalli di sale o zucchero, di residui di cibo o detersivo “inquinano” la miscela di gas compromettendone la combustione, e ciò altera il colore (e la temperatura) della fiamma.

Non si tratta dunque di uno spreco della risorsa energetica per il quale allarmarci, ma piuttosto di un inconveniente momentaneo destinato a durare poco – giusto il tempo che le particelle estranee alla miscela vengano bruciate e eliminate. Il gas, giallo o rosso che sia, tornerà presto al suo colore originario.

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