Pompe di calore alimentate dal sole: il kit che rende offgrid la tua casa per dire addio alle bollette di luce e gas

Le pompe di calore rappresentano la risposta al problema del riscaldamento (e raffreddamento) domestico e all'aumento dei costi in bolletta

Vorresti dire per sempre addio alle bollette e rendere la tua casa completamente off-grid e autonoma dal punto di vista energetico? Sta arrivando anche in Italia il sistema che combinando pompe di calore all’impianto fotovoltaico ti permette di produrre da solo l’energia necessaria sia a riscaldare o raffrescare la tua casa, sia ad alimentarla dal punto di vista energetico.

Il conflitto fra Ucraina e Russia, seguito al già difficile periodo della pandemia da Covid-19, ha esasperato i prezzi delle materie prime e dell’energia, portando i Governi a riflessioni importanti sulle fonti alternative a quelle fossili e sull’indipendenza energetica.

Ma anche i singoli cittadini possono adottare scelte responsabili per allontanare i propri consumi dalle fonti fossili (petrolio, gas) i cui prezzi stanno lievitando sempre più, con il doppio vantaggio di svincolarsi il più possibile dalle bollette di luce e gas e, al tempo stesso, ridurre la propria impronta carbonica e tutelare l’ambiente.

Una soluzione che combina i due vantaggi è rappresentata dalla pompa di calore: si tratta di un dispositivo tecnologico in grado di riscaldare o raffreddare gli ambienti interni di una casa, oltre a produrre acqua calda per le utenze domestiche.

Octopus Energy, azienda energetica inglese recentemente insediatasi anche nel nostro Paese, propone un proprio impianto a pompa di calore per le abitazioni indipendenti, con la possibilità di abbinare pannelli fotovoltaici in modo da essere del tutto svincolati dalle bollette dell’energia elettrica.

Che cos’è una pompa di calore

Come abbiamo detto, la pompa di calore è un dispositivo che trasferisce energia da un ambiente a bassa temperatura ad uno a temperatura più elevata, grazie al ciclo frigorifero che usa un gas refrigerante (generalmente propano).

Si tratta di un sistema molto utile per disporre di aria calda (in inverno) e fredda (in estate), ma anche per riscaldare l’acqua per le utenze (sfruttando sempre il calore dell’aria) con un unico dispositivo – senza ricorrere alla caldaia a gas e ai condizionatori a corrente elettrica.

Se alla pompa di calore si abbinano poi pannelli solari, la nostra casa disporrà di un impianto di fornitura energetica completamente rinnovabile, senza emissioni di CO2 locali e senza costi (oltre, ovviamente, a quelli di acquisto e manutenzione dell’impianto stesso).

La proposta di Octopus Energy

Fra i brand produttori e distributori di impianti a pompe di calore, alimentati a energia rinnovabile, vi è l’inglese Octopus Energy. Fondato nel 2015 da Greg Jackson, oggi la piovra ha i suoi tentacoli in quattordici Paesi (fra cui il nostro) con l’ambizioso obiettivo di rendere l’energia rinnovabile accessibile a tutti, rendendo al contempo la vita dei consumatori più facile ed economica.

La presenza di Octopus Energy nel nostro Paese è relativamente recente – appena lo scorso 7 giugno si è celebrato il primo anno di attività in Italia – ma le risposte del territorio sono state positive sin da subito, e la visibilità del marchio sta crescendo. Lo scorso aprile il brand ha lanciato anche in Italia la sua proposta di impianti domestici a pompe di calore per abitazioni indipendenti, che sono già una realtà nel Regno Unito.

Abbiamo avuto la possibilità di visitare il quartier generale Octopus Energy a Londra e, in particolare, il laboratorio operativo a Slough dove vengono testati gli impianti alimentati a pompe di calore su case reali, per verificare quanto questo sistema di fornitura energetica sia sostenibile per le famiglie e migliorabile dal punto di vista economico e delle prestazioni.

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La pompa di calore vera e propria e il boiler per il riscaldamento dell’acqua (@greenMe)

Nel laboratorio, infatti, sono state ricreate due abitazioni indipendenti fornite di illuminazione elettrica, acqua corrente e elettrodomestici – una volta a riprodurre i consumi energetici di una costruzione degli anni Settanta e un’altra che riproduce i consumi di una costruzione degli anni Duemila: esse rappresentano la maggioranza delle abitazioni indipendenti presenti nel Regno Unito.

Per abitazioni indipendenti come queste Octopus Energy ha pensato a soluzioni altamente tecnologiche che combinino l’efficienza delle pompe di calore alla sostenibilità dei pannelli fotovoltaici. All’interno di queste abitazioni abbiamo avuto la possibilità di “toccare con mano” l’impianto della pompa di calore, di osservarne le caratteristiche e misurarne l’effettivo ingombro.

Al momento, la proposta degli impianti Octopus Energy si avvale delle pompe di calore prodotte dalla multinazionale giapponese Daikin Industries. Recentemente, il brand inglese ha rilevato un’azienda produttrice di pompe di calore di Belfast (RED-Limited) con cui iniziare a produrre, a partire dai prossimi mesi, le proprie pompe di calore.

Esse avranno la forma di un bidone cilindrico per i rifiuti e saranno di diverse dimensioni per rispondere alle più diverse esigenze dei clienti – da quelle più piccole (3 kW/h) a quelle più massicce ed energivore (15 kW/h).

Pompe di calore: problemi e soluzioni

Le pompe di calore sono un impianto di produzione di calore guardato ancora con scetticismo – almeno nel Regno Unito – anche a causa di alcuni “svantaggi” legati a questa tecnologia.

Il primo svantaggio riguarda i tempi di installazione della pompa di calore e la quantità di lavori da effettuarsi in casa: prima di procedere con l’installazione vera e propria, un team di esperti OE valuta innanzitutto se l’installazione è possibile e se è effettivamente vantaggiosa per il consumatore (dal punto di vista ambientale e meteorologico).

Successivamente, c’è bisogno di quattro o cinque giorni di lavoro per l’installazione della pompa e degli eventuali pannelli a essa connessi, ed è necessario considerare il fatto che gli operai dovranno effettuare lavori anche dentro casa. Tuttavia, una opportuna pianificazione dei lavori di installazione – o, meglio ancora, l’installazione del sistema in fase di costruzione dello stabile – permette di ovviare facilmente a questo inconveniente.

In secondo luogo, ci sono i costi: l’installazione di un impianto del genere ha un costo base di circa 15.000 euro (per un impianto da 5kwatt che soddisfa i bisogni di un’abitazione indipendente con tre stanze da letto) ma, trattandosi di un intervento di riqualificazione energetica, è possibile usufruire della detrazione fiscale pari al 65% del prezzo totale (riscuotibile nell’arco di dieci anni dall’acquisto).

Se abbiamo intenzione di abbinare alla nostra pompa di calore anche un impianto fotovoltaico che lo alimenti con energia “pulita”, aggiungeremo anche il risparmio derivante dal non dover più pagare le bollette di luce e gas. Insomma, a fronte di un investimento iniziale oneroso, i vantaggi economici sul lungo periodo sono sostanziosi.

Un ultimo dettaglio da non sottovalutare se si sta pensando di installare questo impianto nella propria casa riguarda lo spazio necessario per ospitarlo. Infatti, oltre alla pompa di calore vera e propria da installare in giardino, per cui bisogna prevedere l’ingombro di un bidone cilindrico per i rifiuti, è necessario riservare un piccolo ripostiglio dentro casa in cui ospitare il boiler, ovvero un dispositivo per il riscaldamento dell’acqua calda per le utenze domestiche.

In alternativa al boiler, gli esperti di Octopus Energy stanno immaginando nuove soluzioni per limitare l’ingombro dell’impianto alla sola pompa di calore esterna. Una di queste potrebbe essere la realizzazione di un dispositivo contenente una particolare cera attraverso cui passano i tubi dell’acqua: riscaldando la cera, si riscalderebbe così anche l’acqua che passa attraverso i tubi.

Per ora questa soluzione è ancora molto costosa e, diversamente dal boiler che è compreso nel prezzo, va pagata a parte. Il vantaggio dell’utilizzo della cera rispetto al boiler, però, consiste nel fatto che questa può essere “diffusa” nella piccola intercapedine alla base del mobilio in cucina.

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