Trovate circa 70mila api nell’intercapedine di un convento alle spalle di Roma

Una colonia con circa 70mila api è stata segnalata e rimossa nell'intercapedine di un convento di suore vicino Roma. Gli impollinatori erano disposti su oltre 15 favi, prelevati uno ad uno per poter mettere gli insetti in sicurezza e trasferirli altrove

Intervento lungo e delicato in un convento in zona Giustiniana, Roma, dove una colonia di api è stata scoperta da pochissimo e rimossa. Circa 70mila i preziosissimi insetti pronubi trovati in un’intercapedine al quarto piano della struttura.

A metterle in sicurezza è stato l’esperto Andrea Lunerti, etologo naturalista, che ha ricevuto una chiamata da suor Maria, la madre superiora del convento delle suore della congregazione figlie del calvario. Dalla voce traspariva tutta la sua preoccupazione.

Lo scorso anno uno sciame di api era stato salutato e accolto ben volentieri nel giardino del convento da lei e dalle altre sorelle, ma la colonia si è poi spostata all’interno dell’edificio prosperando. Le api era disposte su più di 15 favi.

Tutti gli insetti sono stati prelevati dall’intercapedine e portati nella loro nuova casa, il Rifugio del Lupo, centro di salvaguardia e valorizzazione del rapporto uomo-animale. Prima di lasciare il convento Lunerti ha fatto compagnia alle sorelle in cucina.

Si è provveduto all’estrazione e al filtraggio del dolcissimo frutto del lavoro degli insetti più importanti del mondo” ha scritto l’etologo sul suo profilo Facebook.

Di recente altre 40mila api sono state salvate e recuperate con successo in una casa al mare sempre vicino Roma. Anche in questo caso i proprietari si sono affidati all’esperienza di Andrea Lunerti. Può capitare di trovare una colonia di api in prossimità della propria abitazione o, comunque, in un centro urbano.

A causa delle condizioni metereologiche sfavorevoli, le api cercano infatti un rifugio in luoghi più riparati come possono essere le intercapedini. La colonia, una volta segnalata, deve essere rimossa da specialisti per non disturbare o peggio ancora uccidere questi straordinari impollinatori, che a causa delle attività umane stanno via via scomparendo.

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Fonte: Andrea Lunerti/Facebook

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