Torna l’orrore della Grindadráp: massacrate oltre 50 globicefali alle Isole Fær Øer, nessuna pietà neanche per le femmine incinte

Le acque delle Fær Øer tornano a macchiarsi di sangue. Soltanto a maggio quasi 60 globicefali - comprese alcune in gravidanza - sono state ammazzate barbaramente. Uno scempio legalizzato, compiuto anche davanti agli occhi di bambini

“Mai più massacri” chiedono da anni cittadini e attivisti di tutto il mondo. Ma l’orrore, alle Isole Fær Øer (in Danimarca), si è ripetuto ancora una volta. Nel giro di qualche giorno sono stati arpionati e uccisi oltre 50 globicefali nel corso della tradizionale Grindadráp.

A divulgare le crude immagini dei cetacei senza vita in mezzo a un mare di sangue l’Ong Sea Shepherd UK, che da tempo documenta le terrificanti operazioni per denunciarne la crudeltà e chiedere la messa al bando dell’antichissima pratica.

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In totale sono stati 59 gli esemplari massacrati nell’arcipelago della Danimarca nell’arco di una settimana. Sono stati inseguiti, arpionati e uccisi senza un briciolo di pietà. I cacciatori non l’hanno avuta neanche di fronte alla globicefali in gestazione. Nelle spaventose foto si vedono anche alcuni degli otto feti sterminati.

Tutto questo spettacolo macabro si è svolto, come sempre, di fronte una folla entusiasta, in cui erano presenti anche bambini.

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Cos’è la Grindadráp e gli sforzi (finora vani per fermarla)

La parola Grindadráp è traducibile con “macello delle balene”. Si tratta di una pratica diffusa alle Isole Fær Øer, che risale ai tempi dei Vichinghi. Man mano la pratica è diventata molto importante per le popolazioni locali in quanto la carne e il grasso di balena costituiva una buona parte dell’alimentazione per la popolazione. La balena non veniva utilizzata soltanto come cibo, ma il suo grasso era considerato prezioso per trasformarlo in olio da usare per l’illuminazione, mentre la veniva usata per produrre corde per le imbarcazioni.

La Grindadráp, conosciuta anche come Grind, si è tramandata di generazione in generazione e gran parte dei residenti delle Isole Fær Øer sono molto affezionati a questa tradizione, che fa parte integrante della loro cultura e che orami è stata regolamentata. Un sondaggio effettuato dalla tv pubblica Kringvarp Foroya ha rivelato che mentre il 50% delle persone è contraria alla caccia dei delfini, l’80% è favorevole a quella delle balene.

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La crudele pratica, ancora autorizzata per legge, consiste nel trascinare a riva i mammiferi marini, circondati da pescherecci in una baia per poi essere massacrarli con coltelli e arpioni. Successivamente la carne viene distribuita alla popolazione per essere consumata. I cacciatori prendono di mira principalmente delfini e i globicefali, noti anche in inglese come “balene pilota”. Annualmente vengono uccisi oltre 1000 esemplari.

Da diversi anni che le associazioni animaliste e ambientaliste di tutto il mondo, in primis da Sea Shepherd fanno sentire la loro voce per abolire questa terrificante pratica. Ma finora i vari appelli non sono mai stati accolti dalle autorità della Danimarca. Nel 2021 la coalizione globale Stop the Grind ha inviato una lunga lettera al premier delle Isole Fær Øer. Tuttavia, la pratica non è ancora stata dichiarata fuori leggere.

Per fermare la petizione contro questa crudelissima pratica CLICCA QUI. 

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Fonti: Sea Shepherd/Stop the Grind

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