Perché al supermercato un pollo costa meno di una birra? Svelati i terribili segreti dell’industria del pollame (non solo in UK)

Il Regno Unito è tra i maggiori Paesi europei che allevano polli destinati al macello: soltanto nel 2020 sono state prodotte 1,7 milioni di tonnellate di carne

Il Regno Unito è tra i maggiori Paesi europei che allevano polli destinati al macello: soltanto nel 2020 sono state prodotte 1,7 milioni di tonnellate di carne 

In Gran Bretagna l’industria dei polli sta crescendo a ritmi velocissimi, senza precedenti. E oltre un quarto dei polli destinati al consumo umano proviene da sole tre contee: Hereford, Shropshire e Powys. Lo scorso anno nel Regno Unito sono state prodotte ben 1,7 milioni di tonnellate di carne di pollo, con un aumento del 28% della produzione rispetto al decennio precedente.

Con l’aumento dell’offerta, in questo Paese il costo dei polli è diminuito di quasi un quarto dal 2014. Paradossalmente, nei supermercati britannici un pollo costa meno rispetto ad una pinta di birra. Il prezzo medio di una pinta nel Regno Unito è di £ 3,47, mentre il costo medio di un pollo intero del peso minimo di 1,35 kg in quattro dei principali supermercati è di £ 3,15. 

E, nonostante recentemente il Governo britannico abbia lanciato un Piano d’Azione per il Benessere animale, in questo Paese si continua a sfruttare i polli e altri animali d’allevamento, costretti a sopravvivere in gabbie e spazi angusti. 

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Le (terribili) condizioni degli allevamenti intensivi in Gran Bretagna

Come scoperto grazie ad uno studio durato quattro anni condotto dalla ricercatrice Alison Caffyn dell’Università di Cardiff, circa il 25% dei polli macellati annualmente in Gran Bretagna proviene dagli allevamenti intensivi delle contee Herefordshire e Shropshire. Nella maggior parte dei questi animali vivono ammassati e allevati in condizioni disumane.

Sono rimasta sbalordita dalla vastità dell’edificio di un allevamento che si estendeva di fronte a me e dalla presenza di 45.000 polli ammassati nello spazio. – spiega Caffyn – Beccavano in mangiatoie di plastica o occasionalmente in balle di fieno. È così che viene allevato il 95% del miliardo di polli allevati nel Regno Unito ogni anno: il pollo è la carne più popolare nel Paese e questi enormi capannoni sono il motivo per cui è così economico. Gli stabilimenti in cui viene prodotta gran parte della carne del Regno Unito sono relativamente nascosti. Non soltanto perché la maggior parte delle persone non vuole pensare a come vengono allevati gli animali, ma è nell’interesse dell’industria zootecnica intensiva mantenere un basso profilo. Molti consumatori di carne preferiscono evitare di guardare documentari e leggere notizie riguardanti gli orrori degli allevamenti intensivi. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Anche l’industria della carne lo sa e si sforza di mantenere la realtà delle condizioni degli animali allevati separata dal prodotto che la gente compra nei supermercati.

E negli ultimi anni la situazione degli allevamenti intensivi è andata soltanto a peggiorare. 

Negli ultimi quattro anni, ho studiato come le unità avicole intensive sono state autorizzate a moltiplicarsi in alcune parti del Regno Unito.” – racconta la dottoressa Caffyn –  Ho scoperto che l’industria avicola ha approfittato di regimi normativi e di pianificazione deboli per espandere quella che è un’attività molto redditizia. Quando ho iniziato a tracciare lo schema delle domande di pianificazione nell’Herefordshire e nello Shropshire, esaminando i registri per ogni contea, era lampante che l’industria si era espansa costantemente negli anni ’90 e 2000, con sempre più allevamenti che investono in pollame. Nel 1900 un capannone medio conteneva 25.000 polli per poi arrivare a contenerne 40.000 nel 2000. Ma le nuove regole autorizzano gli stabilimenti ad ospitare tra 50.000 e i 55.000 polli alla volta. Ho scoperto che c’era stato un improvviso aumento delle domande nei primi anni del 2010, in parte perché i supermercati volevano procurarsi più pollo proveniente dal Regno Unito. Tra il 2013 e il 2012, ad esempio, gli enormi impianti di lavorazione del pollo di Hereford, gestiti dalla multinazionale Cargill, hanno stipulato un nuovo contratto con Tesco per fornire un milione di polli in più a settimana. Ciò ha richiesto altri 90 capannoni in cui allevare polli.

Inoltre, secondo la Campagna per la protezione del Galles rurale, nella contea del Powys la densità degli allevamenti di pollame ha raggiunto un livello senza precedenti in Europa. Qui il numero di polli allevati è quasi raddoppiato nell’arco di due decenni. 

Ormai è risaputo che gli allevamenti intensivi sono dei veri lager per gli animali (come rivelato da diverse inchieste) oltre che a rappresentare un pericolo per la salute pubblica. Quando si chiuderà definitivamente questo triste capitolo?

Fonte: The Conversation/Gov.Uk/CPRW

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