Sperimentazione animale: il Tar del Lazio ribalta la sentenza e fa riprendere i test sui macachi

Per il Tar del Lazio gli esperimenti sul cervello dei macachi, previsti dal Progetto Light-Up delle Università di Torino e Parma, possono riprendere.

Per il Tar del Lazio gli esperimenti sul cervello dei macachi, previsti dal Progetto Light-Up delle Università di Torino e Parma, possono riprendere. Lo studio era stato congelato dal Consiglio di Stato il 25 gennaio scorso dopo un ricorso presentato dalla Lav contro una prima sentenza del Tribunale amministrativo regionale.

A gennaio avevamo cantato vittoria per lo stop alla sperimentazione su sei macachi che prevede un intervento chirurgico per l’asportazione di parti della corteccia cerebrale e che secondo la Lega antivivisezione, renderà gli animali ciechi. Ma adesso, arrivano le cattive notizie. Dopo lo stop di quattro mesi, con un udienza a porte chiuse, arriva una nuova sentenza che non salvaguarda più questi macachi usati come cavie da laboratorio.

“Si tratta di una battuta d’arresto che certo non ferma la nostra battaglia che sapevamo essere lunga e molto difficile – afferma Lav – ricorreremo al Consiglio di Stato, che speriamo si pronunci al più presto, accogliendo le nostre fondate ragioni giuridiche e scientifiche, come già evidenziato quando abbiamo ottenuto la sospensione del progetto”.

Una ricerca, ‘che prevede lo studio di funzionalità cognitive superiori, non può prescindere dal modello animale e in particolare dai primati per poter traslare in futuro i risultati sugli umani’, dice la sentenza che di fatto autorizza la ripresa del progetto.

Macachi

@Essere animali

Noi avevamo già parlato di questi macachi e mostrato le loro immagini diffuse da Essere animali, all’interno del laboratorio rinchiusi in piccole gabbie metalliche e con elettrodinel cranio e nelle tempie necessari per gli esperimenti di neuroscienze a cui sono sottoposti. Gli animali sono Macaca fascicularis che provengono da allevamenti in Cina, Laos, Vietnam o Isole Mauritius. Sono nati in gabbia, ma buona parte di loro da madri appena catturate nelle foreste. Ma il benessere animale viene messo da parte perché, secondo gli esperti, ‘lo studio potrà dare un contributo alla comunità scientifica in tema di neuroriabilitazione corticale post lesionale o riabilitativa’.

Epure, sostiene la Lav, ‘persino la controparte ha depositato dei pareri a propria difesa che lasciano intuire la debolezza dell’autorizzazione e dell’intero progetto, sia dal punto di vista dell’utilità per l’uomo che dello svolgimento: dalle dimensioni delle gabbie, agli arricchimenti, alle schede relative ai trattamenti farmacologici subiti dagli animali, senza considerare i due animali rimandati indietro e sostituiti come fossero oggetti mesi dopo l’inizio del progetto’.

Sono più di 433 mila coloro che hanno già firmato la petizione #civediamoliberi che chiede al Ministro della Salute Speranza la revoca dell’autorizzazione al progetto: “perché gli italiani sono sempre più consapevoli di quanto lo sfruttamento degli animali e dell’ambiente siano alla base della drammatica emergenza sanitaria, e sociale, che stiamo affrontando a causa del Covid-19″.

FIRMA QUI LA PETIZIONE

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