L’appello di Lewis Hamilton chiudere le scuole di toreri in Spagna: ‘uno spettacolo disgustoso’

Il campione di Formula 1 Lewis Hamilton, animalista e vegano da anni chiede al governo spagnolo di chiudere le scuole di corrida.

Stop a bambini che imparano a torturare fino alla morte i tori durante le corride. Il campione di Formula 1 Lewis Hamilton, animalista e vegano da anni chiede al governo spagnolo di chiudere le scuole di corrida. Il tutto succede mentre Isabel Díaz Ayuso, presidente della Comunità di Madrid propone addirittura una corrida benefica per omaggiare e sostenere gli operatori sanitari che sono in prima linea nell’emergenza coronavirus in Spagna. Dopo aver assicurato un sostegno economico proprio ai toreri, adesso la presidente rilancia con uno spettacolo per il 12 ottobre. Ma medici e infermieri controbattono: “Non vogliamo la corrida, vogliamo un contratto”.

“I bambini imparano a torturare e uccidere i tori all’età di 14 anni. Noi chiediamo al ministro dell’Educazione spagnolo di chiudere immediatamente le scuole di toreri”, scrive il pilota sui propri social invitando a firmare la petizione lanciata da PETA.

Hamilton definisce le scuole come ‘disgustose’, perché di fatto è proprio lì che inizia il non rispetto per gli animali. I bambini vengono addestrati per diventare dei toreri che, durante la corrida, poi infilzeranno e tortureranno la loro vittima. Con i suoi oltre 16milioni di follower, il pilota sei volte campione del mondo di Formula 1 ha condiviso un video di PETA in cui mostrato tutto l’orrore che si cela dietro questi spettacoli che erano stati bloccati durante il lockdown, ma nello stesso tempo gli allevatori avevano minacciato di portare i tori al macello. Così mentre alcune città spagnole, come Madrid hanno detto addio per sempre alle corride, in tante altre questa ‘tradizione’ continua a fare numeri da capogiro.

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@Hamilton

E come denuncia lo stesso Hamilton, si inizia sin da bambini in delle scuole che vengono sovvenzionate proprio dal Governo che difende gli spettacoli in nome di una tradizione senza senso. I bambini possono assistere alle corride e dai 14 anni possono già entrare nella scuola. Secondo PETA la corrida viola la Convenzione sui diritti dei bambini, poiché indottrina ragazzi e ragazze a atti di violenza.

“Per molto tempo le corride sono state appellate come ‘cultura’. Questa tradizione violenta è responsabile della morte di un innumerevole numero di tori ogni anno”, scrive PETA nel video.

Animali tenuti in condizioni terribili, spesso imbottiti di tranquillanti durante l’addestramento e poi lasciati senza acqua e cibo prima degli spettacoli per inferocirli.

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“Uno sport barbaro”, continua l’organizzazione animalista che diffonde un video registrato dal Partito animalista spagnolo contro il maltrattamento degli animali in cui si vede un giovane torero apprendista che attacca un vitello che non è stato ancora svezzato e non ha neanche le corna.

“Tutte le corride sono orribili da guardare, ma è particolarmente orribile vedere questo giovane, animale terrorizzato, barcollare mentre viene pugnalato ripetutamente e sanguina da più ferite, prima che cada a terra e le sue orecchie siano tagliate”, dice la petizione.

E ne è convinto anche Lewis Hamilton che da anni abbraccia campagne animaliste e ambientaliste convinto che le corride sono eventi estremamente violenti e crudeli contro gli animali e incoraggiare i bambini a tormentare e uccidere qualsiasi essere vivente è profondamente sbagliato.

Secondo le Nazioni Unite: “La partecipazione di bambini e adolescenti alle attività di corrida costituisce una grave violazione degli articoli della Convenzione sui diritti del fanciullo, poiché vengono indottrinati per un atto violento”.

Eppure, proprio in queste ore, si sta discutendo della possibilità di fare una corrida benefica il 12 ottobre (giornata ispanica) in omaggio al personale sanitario e al loro contributo durante la pandemia. Isabel Díaz Ayuso e il sindaco di Madrid stanno dialogando proprio per risanare un settore piegato dalla crisi che da anni è al centro di controversie internazionali. Ma i medici, infermieri e operatori non ci stanno e scendono in piazza. ‘Non voglio una corrida, voglio un contratto’, gridano pacificamente in diverse città spagnole. ‘Ci sentiamo ” dimenticati, insultati e ignorati e della corrida non interessa niente a nessuno’.

FIRMA QUI LA PETIZIONE

Fonte: Lewis Hamilton/PETA/La Sexta/Publico

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