L’orribile destino dei 35 elefantini strappati alle madri e finiti negli zoo cinesi

Strappati alle loro madri e spediti allo zoo. Un destino crudele per 35 elefantini che dallo Zimbabwe, loro habitat naturale, sono volati in Cina per diventare attrazioni turistiche.

Strappati alle loro madri e spediti allo zoo. Un destino crudele per 35 elefantini che dallo Zimbabwe, loro habitat naturale, sono volati in Cina per diventare attrazioni turistiche.

Una crudeltà che viene denunciata da The Times che parla di questi elefantini come esseri ‘disorientati, sfiniti e sottomessi’. Un’operazione che si ripete ciclicamente e che viene giustificata con il sovraffollamento di pachidermi. Ma che colpa hanno questi piccoli elefanti?

Vivevano liberi nel parco nazionale di Hwange e adesso saranno rinchiusi in uno zoo, senza le loro madri, dopo aver affrontato un viaggio estenuante.

Gli elefanti hanno appena due anni e saranno trasportati in volo in grandi strutture, percorreranno 7mila miglia e non rivedranno mai più la loro casa. Ma più che di sovraffollamento, qui dovremmo parlare di business. La fauna dello Zimbabwe viene regolarmente venduta in Asia e in Medio Oriente per saldare i debiti governativi.

elefanti zoo

I metodi di cattura sono agghiaccianti: gli elefanti vengono divisi dalle madri e caricati su camion. Per farli allontanare e sparpagliare, gli elicotteri volano molto bassi per creare il panico. Così i piccoli pachidermi finiscono isolati dal branco. Poi li aspetta un luogo viaggio verso una vita di sofferenza.

Lo Zimbabwe, oltre che per il sovraffollamento, giustifica queste terribili operazioni con la situazione di bancarotta in cui versano le casse statali. Ma possono essere sempre gli animali a pagare le conseguenze? Ricordiamo che i pachidermi, per loro natura, fino ai cinque anni, sono totalmente dipendenti dalle madri, eppure i dati non sono incoraggianti.

Dal 2012 circa 100 elefanti sono stati venduti a zoo cinesi e a parchi safari, dove vengono anche organizzati degli spettacoli circensi con gli animali.

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Dominella Trunfio

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