Rosita Cipolla Sull'isola di Corfù un cavallo è morto improvvisamente mentre trainava una carrozza per turisti. Si tratta dell'ennesima vittima sacrificale dello sfruttamento di animali, costretti allo sfinimento a scopo di lucro
@Ippothesis/123rf
Ha continuato a camminare trascinando una carrozza, sotto il sole cocente, fino a quando il suo cuore non ha più retto. Così si è accasciato al suolo ed è morto, di fronte ai passanti increduli. È la desolante sorte toccata, un paio di giorni fa, a un povero cavallo sull’isola di Corfù.
Le terribili immagini, divulgate dall’associazione animalista Ippothesis che ha deunciato il grave episodio, stanno facendo il giro del mondo attraverso i social.
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A seguito della vicenda è scattata subito un’indagine e l’animale è stato sottoposto ad autopsia, dalla quale è emerso che il cavallo soffriva di una patologia polmonare cronica. Eppure, nessuno ha avuto pietà per questa creatura, costretta a trasportare turisti anche con temperature proibitive (proprio in questi giorni i termometri hanno superato i 32°C sull’isola greca).
Per il 76enne, che guidava la carrozza e risultava propritario dell’equino, è scattato l’arresto. L’uomo è accusato di maltrattamento di animali, in quanto ha violato la direttiva greca sul benessere animale, e dovrà pagare anche una sanzione pari a 30mila euro.
Ogni estate, puntualmente, ci ritroviamo ad assistere ad episodi così drammatici. Anche in tante città turistiche del Bel Paese, infatti, i cavalli continuano ad essere sfruttati per portare in giro le cosiddette botticelle, persino nelle giornate di caldo rovente. Non chiamiamoli “incidenti”, si tratta di drammi che confermano l’assenza di tutele nei confronti di questi animali estremamente sensibili e intelligenti, troppo spesso trattati come oggetti.
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Fonti: Ippothesis/ΕΝΗΜΕΡΩΣΗ
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