Nel nostro mare c’è un capodoglio ferito e impigliato in una enorme rete (e ha bisogno di noi)

Un appello a chiunque si trovi in navigazione nel tratto di mare eoliano e lo avvisti a segnalarlo immediatamente al numero 1530 della Guardia Costiera

Nel nostro mare c’è un cetaceo (l’ennesimo), che ha bisogno di noi. Si chiama “Furia” ed è un magnifico e giovane esemplare di capodoglio femmina, rimasto intrappolato in un enorme rete da pesca.

L’ultimo avvistamento è stato al largo dell’isola di Salina il 18 luglio. Per questo, il WWf ha lanciato un appello a chiunque si trovi in navigazione nel tratto di mare eoliano e lo avvisti a segnalarlo immediatamente al numero 1530 della Guardia Costiera.

ATTENZIONE, NEL MOMENTO IN CUI SCRIVIAMO, I TENTATIVI STANNO PROSEGUENDO, AL CONTRARIO DI QUELLO CHE RIPORTANO ALTRI MEDIA, PURTROPPO NON SONO ANCORA RIUSCITI A LIBERARLO, SIAMO IN CONTATTO DIRETTO CON IL WWF E GLI OPERATORI LOCALI.

Quella per salvare Furia è una corsa contro il tempo. Il Corpo della Guardia Costiera insieme a biologi ed attivisti di diversi enti e associazioni tra cui il MuMa di Milazzo, Sea Shepard e Filicudi Wildlife Conservation, hanno trascorso gli ultimi due giorni e due notti a monitorarla e seguirne i movimenti. Ma l’attività di liberazione è risultata difficile a causa dell’agitazione del giovane capodoglio di circa 10 metri, ferito e impossibilitato nei movimenti.

Furia è intrappolata in una grossa rete che costringe la sua pinna caudale, non riesce a nuotare liberamente e potrebbe avere dei problemi nell’immergersi per alimentarsi.

“Il fattore tempo, ora, è fondamentale per salvarlo”, dice la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi. Facciamo girare questo appello, salviamo Furia!

©Carmelo Isgrò, biologo, direttore del MuMa-Museo del Mare di Milazzo

©Carmelo Isgrò, biologo, direttore del MuMa-Museo del Mare di Milazzo

©Carmelo Isgrò, biologo, direttore del MuMa-Museo del Mare di Milazzo

© Carmelo Isgrò, biologo, direttore del MuMa-Museo del Mare di Milazzo

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