Stop alla vendita e al consumo di carne di cane nello Stato indiano del Nagaland

In Nagaland, stato indiano, è ufficialmente vietato vendere o consumare carne di cane, stop anche all'importazione degli animali. Una svolta storica

Il governo del Nagaland, stato dell’India nordorientale, ha annunciato il divieto di vendere e consumare carne di cane ma anche di importare questi animali dall’estero.

La decisione di vietare l’importazione e il commercio di cani oltre che la vendita della loro carne, sia cotta che cruda, è stata presa durante una riunione del gabinetto di stato, secondo quanto ha dichiarato il ministro degli affari parlamentari del Nagaland, Neiba Kronu.

Il portavoce del Governo ha fatto sapere che la scelta è stata fatta considerando i pericoli dell’importazione di cani da altri stati ma anche tenendo presente quanto scritto nella Prevention of Cruelty to Animals Act, una legge del parlamento indiano emanata nel 1960 per evitare dolori e sofferenze  agli animali.

Ad annunciare la novità che riguarda i cani è stato anche il segretario di stato Temjen Toy in un tweet.

La decisione del governo statale è considerata storica dai gruppi di protezione degli animali che già da anni si battono per fermare le crudeltà che si compiono nei confronti dei cani.

Dopo che erano circolate delle foto agghiaccianti sui social network che riguardavano proprio i terribili trattamenti riservati ai cani, era nata una petizione per chiedere la fine di queste torture mentre la Federazione delle organizzazioni indiane per la protezione degli animali (FIAPO) aveva invitato il primo ministro Neiphiu Rio a prendere subito provvedimenti in merito.

“Stiamo scrivendo con profonda preoccupazione, shock e orrore per le immagini recenti emerse dai mercati dei bazar di animali a Dimapur, dove i cani sono visti in condizioni terribili, legati in sacchi in attesa in un mercato umido, per il loro massacro illegale, commercio e consumo come carne” scrivevano gli attivisti per i diritti degli animali.

Nella sua lettera la federazione dichiarava che, mentre il controverso Festival della carne di cane a Yulin  in Cina si era concluso il 20 giugno in mezzo alla diffusa condanna globale, “qui a casa continuiamo a sfruttare i cani per la carne“.

Ricordiamo tra l’altro che, proprio pochi giorni prima dell’inizio del Festival di Yulin, cani e gatti erano stati eliminati dalla lista di animali commestibili ma questo, e neppure la pandemia in corso, sono riusciti a fermare i “festeggiamenti”.

Il commercio di carne di cane in Nagaland è illegale e in piena violazione di varie leggi, tra cui la Sezione 429 del Codice penale indiano (IPC) che rende l’uccisione di animali un reato punibile con un massimo di cinque anni di reclusione.

Il consumo di carne di cane è vietato in India in base al regolamento sulla sicurezza alimentare e sugli standard (standard di prodotti alimentari e additivi) del 2011. Tuttavia, questo è poco applicato, e negli stati di Nagaland, Mizoram, Tripura e Arunachal Pradesh, migliaia di cani ogni anno vengono catturati illegalmente dalle strade o rubati dalle case e trasportati all’interno di sacchi di iuta prima di essere brutalmente picchiati e infine macellati per il consumo di carne.

Ora finalmente lo stato indiano ha preso posizione e si festeggia una storica decisione che, secondo le previsioni dell’Ong Humane Society International (HSI / India), permetterà di salvare circa 30mila cani all’anno.

Anche Maneka Sanjay Gandhi, politica indiana ambientalista e attivista per i diritti degli animali, ha mostrato tutta la sua soddisfazione in un tweet di ringraziamento in cui ricorda che la compassione è l’anima della sua nazione.

Il governo del Nagaland sta ora valutando di assegnare terreni per accogliere i cani salvati dal commercio e promuovere l’adozione di questi animali.

Fonte: Times of India / The Economic Times / Twitter / HSI 

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