Cosa accade agli animali domestici che rimangono soli quando i loro proprietari muoiono per Covid-19?

Negli Usa fortunatamente c'è chi si sta prendendo cura di cani e gatti rimasti soli dopo che i loro proprietari sono mori per coronavirus

Le persone che stanno morendo per colpa del nuovo coronavirus lasciano un vuoto incolmabile nei cuori dei loro familiari, ma anche in quello dei loro animali domestici. Negli Usa fortunatamente c’è chi si sta prendendo cura di cani e gatti rimasti soli.

Abbiamo più volte parlato di animalisti domestici e coronavirus ribadendo che i nostri amici a quattro zampe non trasmettono il virus agli esseri umani, ma semmai è proprio il contrario. Ma cosa succede se il proprietario sfortunatamente muore? Mentre in tutto il mondo, crescono le iniziative per continuare a garantire loro benessere, a Miami, già diversi cani e gatti sono stati salvati. La CNN racconta alcune di queste storie, come quella del pastore tedesco di 7 anni rimasto ‘orfano’. Sean Gallagher, supervisore del benessere degli animali, dopo diverse segnalazioni, è entrato nell’appartamento di un uomo che era morto in ospedale per via del Covid-19 e al suo interno, ha trovato un cane molto spaventato e affamato. Evidentemente nessuno si stava prendendo cura di lui. Portato al rifugio, il cane è stato ribattezzato Linda, ma assieme a questa femmina di pastore tedesco ci sono altri trenta tra cani e gatti nella stessa situazione.

Linda è stata salvata dai Miami-Dade County Animal Services che stanno effettuando questo tipo di operazioni visto che gli animali senzatetto o rimasti soli, sono aumentati per via delle persone scomparse per colpa della pandemia.

“La mia preoccupazione è sempre dove sono gli animali? Che succede?”, dice Tiffany Lacey, direttore esecutivo di Animal Haven. Soprattutto perché chiaramente non è facile individuare le case in cui vivevano anche degli animali. Ci sono volute un paio di settimane affinché si mobilitasse la macchina dei soccorsi. Un’altra storia è quella di Bo, un carlino non vedente e sordo di 10 anni che è stato portato al rifugio quando il proprietario è morto per il virus e i familiari non volevano tenerlo pensando anche all’eutanasia.

“Bo aveva ricevuto tanto affetto sin da cucciolo e nutrito con tre pasti fatti in casa al giorno dal suo proprietario”, spiega ancora Lacey.

Nessuno voleva accoglierlo così è stato portato ad Animal Haven, ma alla fine ha trovato una nuova famiglia. Lo scorso fine settimana, invece, una donna di 55 anni e suo fratello sono morti nel piccolo appartamento di Ridgewood, a New York, che condividevano con la madre. Quest’ultima affranta da dolore è rimasta sola con 16 Chihuahua, così Animal Haven ha inviato una squadra di volontari che indossavano tute protettive bianche, guanti e mascherine per recuperare i cagnolini e garantirgli la sussistenza.

“Situazioni come questa, stanno accadendo ovunque. Abbiamo salvato anche un gatto da un appartamento nell’East Village. Il signore era andato in ospedale e non era mai uscito”, dice Lacey.

Si tratta di Winter, 8 anni dal pelo bianco con gli occhi blu-verdi, che viveva con il suo anziano proprietario. Il gatto è stato salvato da Animal Haven dopo la segnalazione di un vicino di casa. Per questo, l’American Society for the Prevention of Cruelty to Animals raccomanda ai proprietari di animali domestici di attuare un piano di emergenza: identificare un amico o un familiare che possa prendersi cura del proprio animale domestico in caso di ci si trovi in ospedale o malati, fare scorta di cibo ed eventuali farmaci.

Anche la SPCA del Massachusetts ha accolto sette animali: tre sono stati portati al rifugio dopo la morte dei proprietari, quattro sono stati lasciati dalle persone che a causa della pandemia versavano in difficili condizioni economiche e non potevano più prendersi cura di loro.

“Il problema è che non sappiamo quando torneremo alla normalità, nel frattempo cerchiamo di fare il possibile”, chiosa Anna Rafferty-Arnold , direttore associato del centro di adozione SPCA Boston del Massachusetts.

E in Italia?

In Italia, in questa Fase 2, continuano ad essere tante le associazioni che lanciano iniziative per non lasciare soli gli animali domestici. Ve ne segnaliamo alcune a livello nazionale. Ad esempio, la LAV ha attivato un front desk coordinato da Flavia Nigri, responsabile dell’Unità di emergenza, questi i contatti: emergenza@lav.it 06.4461325 e 320.4795555 (5 linee attive) per chiedere informazioni riguardo alle misure restrittive emanate e alla gestione e accudimento di animali (siano essi di privati o sul territorio); per avere aiuto di coordinamento logistico per situazioni di crisi e per fare segnalazioni (a questo link altre informazioni). Ancora l’Enpa ha stilato un vademecum per fronteggiare l’emergenza in presenza di animali (a questo link potete scaricarlo). Ci sono poi tutte le associazioni locali che stanno facendo rete per garantire il benessere ai nostri amici a quattro zampe, il consiglio è quello di contattare rifugi, canili e gattili della vostra città se siete in difficoltà (anche economica e non solo sanitaria) o se siete a conoscenza di qualche situazione particolare.

Fonte: CNN/The Telegraph

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