Migliaia di bovini bloccati in mare da 2 mesi: centinaia già morti e nessuno conosce il destino dei superstiti

Due navi cariche di bovini si trovano bloccate in mare dallo scorso dicembre e ancora non è chiaro quale sarà il loro destino. Centinaia di animali sono morti, alcuni di stenti, altri a seguito di una malattia, mentre i bovini superstiti stanno vivendo un vero inferno.

Le due imbarcazioni, la Karim Allah e la Elbeik, erano partite dalla Spagna poco prima di Natale per esportare gli animali in vari Paesi, tra cui la Turchia e la Libia. Ma, a causa di alcuni focolai di febbre catarrale (malattia che colpisce bovini e ovini) che si è diffusa tra gli altri animali a bordo a bordo, le navi sono state respinte da diversi Stati. Al momento la Karim Allah, partita con un carico di oltre 895 vitelli, si trova ferma nel  porto spagnolo di Cartagena, mentre la Elbeik, che aveva a bordo 1.776 animali, è bloccata nelle acque turche al largo della costa di Cipro.

L’odissea dei bovini a bordo della Karim Allah e della Elbeik

Gli animali presenti sulle due imbarcazioni avrebbero dovuto essere sottoposti a delle ispezioni veterinaria lo scorso fine settimana a Cipro e in Sardegna, ma nessuna delle due ha voluto avvicinarsi alla costa per procedere con le ispezioni.

Maria Boada Saña, veterinaria della ONG Animal Welfare Foundation, ha spiegato che oltre un centinaio di animali presenti sulla nave Karim Allah sono già morti e, alla luce del rifiuto delle ispezioni veterinarie e della carenza di cibo per gli animali, è molto probabile che il numero di bovini deceduti sia molto più alto.

Circa due settimane fa l’Animal Welfare Foundation, si è appellata alla Commissione europea, chiedendo di interrompere immediatamente il trasporto di bestiame, che in molti casi sfocia in tragedie come quelle a cui stiamo assistendo.

L’europarlamentare olandese Anja Hazekamp ha affermato che “l’unico modo per fermare la crudeltà sugli animali legata al trasporto di animali” sarebbe l’introduzione di un divieto totale sull’esportazione di animali vivi al di fuori dell’UE.

Sulla vicenda è intervenuta anche Eleonora Evi, europarlamentare dei Verdi europei, membro della ANIT (Commissione d’inchiesta per la protezione degli animali durante il trasporto):

“Da oltre due mesi questi animali sono costretti in spazi angusti e a viaggiare in condizioni che non rispettano neanche lontanamente gli standard minimi previsti per il trasporto degli animali. Per questo motivo ho firmato la lettera indirizzata alla Commissaria alla salute e alla sicurezza alimentare Stella Kyriakides, affinché vengano presi immediati provvedimenti. Il destino di questi bovini dimostra ancora una volta come il regolamento sui trasporti, che impone alle autorità competenti di concedere autorizzazioni solo ai trasportatori che dispongono di piani di emergenza, rimanga inattuato. Le terribili condizioni nelle quali vengono trasportati gli animali vivi sono inaccettabili: la mancanza di acqua e di cibo, gli spazi sovraffollati e le temperature estreme causano spesso ferite gravi, o addirittura la morte per asfissia. Non di rado si tratta di cuccioli non ancora svezzati.

Incidenti drammatici che si ripetono ogni anno

Ogni anno si verificano tragici incidenti in cui perdono la vita centinaia di animali, trasportati via mare e in molti casi destinati al macello. Sono passati pochi mesi dal tragico incidente in mare, avvenuto nel sud-ovest del Giappone, che ha provocato la morte di decine di persone e circa 6000 mucche che si trovavano a bordo di una nave per essere esportate in Cina. Nel 2019 una nave mercantile con oltre 14mila pecore a bordo si è rovesciata al largo delle coste della Romania. Ma, nonostante questi tristi fatti di cronaca così frequenti, gli animali continuano ad essere trasportati in condizioni inaccettabili, come se fossero oggetti e non esseri senzienti.

Fonte: The Guardian/Animal Welfare Foundation/Facebook

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