Così i polpi rischiano di diventare ciechi (se non li massacriamo prima noi umani negli allevamenti)

Così il cambiamento climatico potrebbe causare danni terribili ai polpi. Se le temperature dell'oceano dovessero aumentare ancora come previsto, queste esporrebbero i cefalopodi e la rete trofica a seri rischi

La crisi climatica è la sfida del secolo per il nostro Pianeta e per tutte le sue creature. In tempi record il riscaldamento globale ha spinto specie animali e vegetali sull’orlo del baratro, ma quelle che ancora resistono potrebbero riportare danni ancora più gravi del previsto.

Per i polpi, l’aumento delle temperature dell’oceano potrebbe significare perdita della vista e mortalità degli esemplari femmina in gestazione. È quanto emerge da un nuovo studio scientifico pubblicato sulla rivista Global Change Biology.

A differenza di quanto sostenuto da precedenti lavori, un gruppo di ricercatori ha scoperto che i polpi potrebbero non adattarsi ai cambiamenti climatici e non rispondere alle elevate temperature delle acque come ipotizzato.

I cefalopodi Octopus berrima riporterebbero evidenti segnali di stress dovuti allo stress da calore a temperature pari a 22° C o 25° C ossia alla temperatura estiva prevista nel 2100. Sarebbe in particolare lo sviluppo degli embrioni a essere compromesso con significativi eventi di mortalità embrionale.

Quali conseguenze?

A simili temperature le uova di polpo si schiuderebbero a fatica o non si verificherebbe nessuna schiusa. Gli embrioni riporterebbero problemi alla vista a causa di una produzione inferiore delle proteine a questa correlate, ed è un problema molto serio per molluschi come i polpi.

I polpi fanno infatti affidamento a questo senso per mimetizzarsi, individuare le prede e le minacce nel loro ambiente, comunicare. La perdita della vista o la riduzione metterebbe a rischio la sopravvivenza di questi animali, ma anche la rete trofica.

I polpi sono predatori altamente visivi con una dieta diversificata e una forma fisica compromessa in questo taxon potrebbe innescare effetti a cascata nella rete alimentare” osservano i ricercatori.

Se non li massacriamo brutalmente negli allevamenti intensivi di polpo, come previsto dai folli progetti alle Canarie e non solo, li condanniamo a un’esistenza resa ogni giorno sempre più impossible dalle attività antropiche, che sappiamo essere responsabili dell’alterazione del clima.

Lo studio delinea possibili scenari futuri con i dannosi effetti dei cambiamenti climatici sulle popolazioni di polpo. Diversi studiosi, non coinvolti nella ricerca, hanno contestato la pubblicazione asserendo che è estremamente difficile prevedere l’intensità delle pressioni ambientali dei prossimi decenni.

I polpi, come analizzato in altri lavori scientifici, potrebbero avere le capacità di far fronte ai cambiamenti climatici, oppure no.

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Fonte: Global Change Biology

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