Erano sparite: dopo 60 anni, le balenottere azzurre stanno finalmente tornando nell’Oceano Indiano

Gli scienziati ritengono che le balenottere azzurre possano riprodursi nelle acque intorno alle Seychelles, dove un tempo venivano uccise dai cacciatori. La scoperta è arrivata grazie all’installazione di una trappola sonora e un idrofono

Le balenottere azzurre – gli animali più grandi della Terra – stanno tornando a casa in una zona dell’Oceano Indiano dove decenni fa furono spazzate via dalla caccia intensiva. Un gruppo di ricercatori e registi ha già catturato filmati delle balene nel 2020 e 2021 alle Seychelles, l’arcipelago di 115 isole nell’Oceano Indiano, al largo dell’Africa orientale. Queste riprese sono visibili nel film “Blue Whales: Return of the Giants 3D”.

Ma dopo un anno di registrazioni audio subacquee si è scoperto molto di più: gli animali trascorrono mesi in quella regione. Ciò significa che potrebbero riprodursi lì. I ricercatori coinvolti nella missione hanno descritto la scoperta come una “vittoria per la conservazione” dopo che la flotta baleniera sovietica aveva decimato la popolazione negli anni ‘60.

In un solo anno, infatti, le baleniere uccisero circa 30.000 balenottere. La caccia commerciale alle balene ha avuto un impatto duraturo. Solo nell’emisfero meridionale ne sono state uccise più di 300.000, inseguite da moderne e veloci navi baleniere.

Il numero di balenottere azzurre rimane una minima parte di quello che era e l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, un’organizzazione internazionale dedicata alla conservazione delle risorse naturali, considera la specie a rischio di estinzione.

L’installazione di una trappola sonora e un idrofono

La scoperta, pubblicata sul Journal of Endangered Species Research, è il risultato dell’installazione di una “trappola sonora” sul fondale marino vicino a una piccola isola. La trappola, dotata di microfoni subacquei, batterie e dispositivi di registrazione, è stata lasciata sul posto per un anno e ha registrato ogni giorno 15 minuti di ogni ora.

Allo stesso tempo, durante la spedizione di un mese, la dott.ssa Stafforf ha trascorso diverse ore al giorno a mettere in acqua un idrofono, cioè un microfono subacqueo. Grazie ad esso, il team ha sentito suoni straordinari: capodogli che si agitavano a migliaia di metri di profondità e delfini che comunicavano e si localizzavano a vicenda attraverso gli echi.

Purtroppo, però, nessuna balenottera azzurra. Tuttavia, quando gli scienziati hanno recuperato la loro trappola sonora, hanno effettuato un’analisi approfondita della registrazione che ha rivelato che le balenottere azzurre erano presenti e comunicavano quando i ricercatori non interferivano.

È possibile che le Seychelles siano una zona di riproduzione o di parto

Il caratteristico canto a bassissima frequenza dei mammiferi è stato udito soprattutto nei mesi di marzo e aprile. Questo significa che le Seychelles potrebbero essere molto importanti per le balenottere azzurre perché cantano durante la stagione riproduttiva. Probabilmente sono i maschi a cantare, in base a ciò che sappiamo di altre balene. Quindi c’è anche la possibilità che le Seychelles siano una zona di riproduzione o di parto.

Gli scienziati sono stati anche in grado di determinare a quale popolazione acustica appartengono le balenottere azzurre della zona. Si possono infatti distinguere dai suoni che fanno. Alle Seychelles si è sentita una popolazione acustica, che di solito è associata all’Oceano Indiano settentrionale.

Ora una delle principali preoccupazioni è quella di proteggere le aree importanti per le balenottere azzurre dall’inquinamento acustico, che viaggia in modo altrettanto efficace attraverso l’acqua.

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Fonte: Journal of Endangered Species Research

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