Il lato oscuro degli allevamenti intensivi: da dove vengono i manifesti che stanno invadendo Milano

"Nocivo per la salute": a Milano sono apparsi numerosi manifesti che denunciano il pesantissimo impatto degli allevamenti intensivi sulla salute umana e sull'ambiente, chi c'è dietro la nuova campagna ecologista?

Gli abitanti di Milano si stanno imbattendo in una serie di strani manifesti – in giro per la città – che ricordano gli avvertimenti sui pacchetti delle sigarette e del tabacco. “Nocivo per la salute” si legge, ma al posto di questi prodotti sono raffigurati maiaili sofferenti, chiusi in gabbia. L’obiettivo? Quello di portare il sistema dell’allevamento intensivo alla fine della sua corsa.

A lanciare la provocatoria campagna nelle stazioni milanesi della metro l’associazione animalista CIWF Italia, per sensibilizzare l’opinione pubblica su questa tematica.  Lo scopo dell’iniziativa è sensibilizzare quante più persone possibili sui reali impatti dell’allevamento intensivo.

“L’allevamento intensivo è crudele con gli animali, dannoso per il pianeta e rischioso per le persone” viene chiarito nei cartelloni che mostrano delle scrofe in cattività, oggetto di una video-inchiesta shock di CIWF pubblicata la scorsa estate.

Troppe persone sono ancora all’oscuro dei veri costi dell’allevamento intensivo, vittime dell’informazione fuorviante dell’industria zootecnica, secondo cui questo sistema d’allevamento sarebbe necessario a nutrire la crescente popolazione mondiale e persino sostenibile – commenta Annamaria Pisapia, direttrice di CIWF Italia – Mentre la verità è ben diversa: l’allevamento intensivo, che è la principale causa di sofferenza animale al mondo, consuma e inquina le risorse del pianeta e spiana la strada a virus pericolosi anche per le persone – l’epidemia di influenza aviaria in corso, con la terribile notizia della morte di una bambina in Cambogia, è un esempio lampante.”

La nostra non è una campagna sensazionalistica. Le foto di queste scrofe in gabbia non sono create ad arte, e non sono rappresentazioni di una rara ‘mela marcia’ ma di un metodo di allevamento predominante, diffuso e radicato in tutto il mondo, Italia inclusa. Gli impatti sull’ambiente e i rischi per la salute pubblica che derivano dagli allevamenti sono noti, ma troppo spesso ignorati. Ciò che sosteniamo non è nulla di diverso da quello che numerosi scienziati ripetono da tempo. Sono informazioni e immagini scioccanti perché è la realtà del nostro sistema di produzione alimentare ad essere scioccante.

Oltre ad essere una delle maggiori fonti di inquinamento a livello globale (superiori al settore dei trasporti), negli allevamenti intensivi viene somministrata una massiccia quantità di antibiotici per prevenire l’insorgere di malattie e curare gli animali. Ciò contribuisce alla diffusione dell’antibiotico-resistenza (una vera e propria pandemia silenziosa) e allo sviluppo di superbatteri, che si stima potrebbero causare fino a 10 milioni di morti all’anno entro il 2050.

Allevamento intensivo: numeri da capogiro in Lombardia

La scelta di Milano teatro della campagna non è affatto casuale. Si tratta, infatti, del capoluogo di Regione con il più alto numero di bovini e suini allevati nel Paese.

Soltanto in Lombardia ogni anno si allevano più di 4 milioni di suini, ovvero circa la metà di quelli allevati in Italia, e oltre un milione e 500 mila bovini, quasi tutti intensivamente. Questa Regione è tristemente nota per essere fra quelle in cui si sono stati rilevati i più alti livelli di polveri sottili – incluso il particolato fine (PM2,5) – di tutta Europa ed è caratterizzata da un inquietante tasso di mortalità correlata all’inquinamento.

La campagna di CIWF Italia è stata finanziata da oltre 600 sostenitrici e sostenitori dell’associazione e durerà fino al 28 marzo sui mezzi pubblici come filobus e autobus. Per 14 giorni gli stessi manifesti appariranno anche in 62 stazioni metro della città, compresa la Stazione centrale.

Le persone hanno il diritto di conoscere i veri costi del cibo che mettono a tavola ogni giorno, tanto più in Lombardia, tra le regioni più inquinate d’Europa, dove la forte presenza di allevamenti intensivi contribuisce alla formazione di polveri sottili. – conclude Pisapia – Solo così si potrà dare il via al cambiamento di cui abbiamo urgente bisogno. La zootecnia intensiva rischia di diventare una minaccia per la nostra stessa sopravvivenza: è necessario portare l’allevamento intensivo a fine corsa, o la fine sarà la nostra.

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Fonte: CIWF Italia

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