Greenwashing: il colosso della carne suina Danish Crown costretto a ritirare l’etichetta “maiale a controllo climatico”

In Danimarca l'etichetta "maiale a controllo climatico" lanciata da Danish Crown è stato un vero flop. Il colosso è accusato di greenwashing

“Maiale a controllo climatico”: si chiama così la nuova etichetta alimentare lanciata dal colosso danese della carne suina Danish Crown. Ma la campagna di marketing dell’azienda è stato un vero flop nel Paese. Dopo il lancio dell’etichetta (apparentemente) sostenibile, infatti, la società è stata costretta a fare marcia indietro a seguito della mobilitazione da parte di Greeenpeace Danimarca e altre tre Ong, che hanno presentato una denuncia all’agenzia danese per la protezione dei consumatori. 

Smascherato l’inganno di Danish Crown 

Secondo Greenpeace Danimarca, la più importante campagna di marketing mai realizzata dall’azienda – che rappresenta la più grande esportatrice di carne suina al mondo e il maggiore produttore di carne suina dell’Ue- viola la legge danese sul marketing in quanto la carne prodotta non è affatto più rispettosa dell’ambiente. Si tratta quindi di un vero e proprio caso di greenwashing.

Per protestare contro l’ingannevole campagna di Danish Crown qualche settimana fa gli attivisti di Greenpeace Danimarca hanno bloccato l’esportazione di soia proveniente dalla più grande fabbrica di mangimi del Paese, destinata agli allevamenti di maiali. 

“Attraverso i suoi collegamenti della catena di approvvigionamento alle importazioni che distruggono le foreste di soia per l’alimentazione animale, Danish Crown, uno dei maggiori esportatori mondiali di carne di maiale, è responsabile della deforestazione record in Sud America” spiega in una nota Greenpeace. 

Etichetta “Maiale a controllo climatico”: cosa c’è di vero? 

Dal canto suo, la Danish Crown sostiene che i maiali dei loro allevamenti abbiano un’impronta di carbonio per chilo del 25% inferiore rispetto al 2005. 

Il novanta per cento dei nostri maiali danesi sono climate-controlled – si legge sul sito dell’azienda Ciò significa che i maiali provengono da uno dei nostri 950 allevamenti danesi che hanno aderito al programma di sostenibilità della Danish Crown, il Climate Track. Gli agricoltori che seguono il Climate Track si impegnano a ridurre la loro impronta di carbonio del 50% entro il 2030. Questo segna la prima pietra miliare nel viaggio verso il raggiungimento della nostra visione di produrre carne climaticamente neutra entro il 2050.

Ma come evidenziato da Greenpeace, i calcoli della società non includono tutte le emissioni dal campo alla tavola. Inoltre, la società non tiene conto delle massicce emissioni derivanti dalla deforestazione e dalla distruzione degli ecosistemi che avviene quando il suolo viene utilizzato per coltivare mangimi per suini. La sua etichetta “maiale a controllo climatico” sarebbe, quindi, tutta fuffa. 

“Danish Crown non ha fornito prove del fatto che l’impatto sul clima della carne di maiale che porta l’etichetta sia inferiore a quello di altri prodotti a base di carne di maiale e gli allevatori che forniscono suini alla Danish Crown non si sono impegnati ad alcun obiettivo vincolante di riduzione delle emissioni di gas serra” sottolinea Green Peace Danimarca. 

Tuttavia, anche se sul mercato danese la controversa etichetta è ormai stata ritirata, Danish Crown sta valutando di proporre la sua campagna in altri Paesi come Germania, Polonia e Svezia. E non è detto che lì venga smascherato subito l’inganno, come avvenuto in Danimarca grazie alla mobilitazione delle organizzazioni ambientaliste.

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Fonti: Danish Crown/Greenpeace Danimarca 

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