Il glifosato? Meno cancerogeno della carne rossa, il rapporto shock del parlamento francese

In Francia c’è molto fermento riguardo alla questione glifosato e i motivi sono due. Da una parte si attendono i risultati di un’indagine che indicherebbe questa sostanza come non cancerogena (o quantomeno non al pari di carne rossa e salumi), dall’altra sta facendo molto discutere lo scandalo secondo cui alcuni giornalisti, scienziati e politici sarebbero finiti nella black list di Monsanto per il loro parere negativo sull'erbicida.

In Francia c’è molto fermento riguardo alla questione glifosato e i motivi sono due. Da una parte si attendono i risultati di un’indagine che indicherebbe questa sostanza come non cancerogena (o quantomeno non al pari di carne rossa e salumi), dall’altra sta facendo molto discutere lo scandalo secondo cui alcuni giornalisti, scienziati e politici sarebbero finiti nella black list di Monsanto per il loro parere negativo sull’erbicida.

Un gruppo di parlamentari francesi, riuniti sotto il nome di Ufficio parlamentare per la valutazione delle scelte scientifiche e tecnologiche (OPECST), è stato incaricato nel febbraio 2018 di controllare il sistema di valutazione delle sostanze pericolose in Francia e in Europa. Non poteva che esserci di mezzo anche il glifosato sul quale il gruppo riferirà giovedì.

A differenza di altri studi già esistenti, in questo caso si afferma che la cancerogenicità dell’erbicida non è provata e che comunque sarebbe minore di quella relativa a carne rossa e salumi.

Con il loro rapporto, dunque, i parlamentari francesi sono pronti a sfidare quanto la maggior parte della comunità scientifica sostiene sul glifosato, attualmente classificato come “probabile cancerogeno” dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, parte dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

Sembra che le conclusioni dell’indagine saranno finalmente presentate questo giovedì, ma già sono trapelati i risultati fondamentali: il glifosato non sarebbe cancerogeno o quanto meno non ci sarebbe alcuna certezza in questo senso.

Come ha dichiarato il senatore Pierre Medevielle, Presidente dell’OPECST in un’intervista concessa a La Dépêche du Midi:  

“Avendo lavorato con le agenzie scientifiche su questo, io sostengo che se il glifosato ha certamente molti difetti, nessuno studio scientifico ne dimostra formalmente la cancerogenicità in Francia, in Europa o nel mondo. Sarò tra i primi a chiedere un divieto non appena sarà trovata la prova scientifica della sua nocività, però, alla domanda: è cancerogeno il glifosato? La risposta è no, è meno cancerogeno rispetto ai salumi o alla carne rossa che non sono proibiti”.

Pierre Medevielle assicura anche che questo rapporto è basato su studi scientifici, tra cui ricerche condotte presso l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare di Parma, a Bruxelles e presso l’ANSES, l’agenzia di maggior successo in Europa e probabilmente al mondo.

Ma come è possibile un risultato del genere dopo decine di studi che sostengono il contrario? Anche noi vi abbiamo parlato di alcune ricerche e sentenze relative al collegamento glifosato-cancro nei seguenti articoli:

Monsanto e la black list

Ma vi è un altro aspetto della questione glifosato in Francia. Alcuni documenti confidenziali, pubblicati da France 2 la scorsa settimana, hanno rivelato che molte personalità di spicco francesi sarebbero state schedate dalle agenzie di comunicazione della Monsanto per la loro posizione riguardo al glifosato.

Insomma, dopo essere riuscita ad ingraziarsi (per non dire corrompere) alcuni scienziati in modo tale che fosse limitata la sua cattiva fama rispetto alla cancerogenicità del glifosato, adesso Monsanto ha creato una sorta di black list di persone di spicco che si sono mostrate contrarie all’utilizzo dell’erbicida e che non risultano influenzabili.

A fare la lista, come spiega l’inchiesta, è stata la società di comunicazione Fleishman Hillard che, commissionata da Monsanto, avrebbe schedato in gran segreto centinaia di persone (politici, scienziati, giornalisti) in base alle loro posizioni sul tanto discusso erbicida. L’elenco conta non solo i nemici ma anche gli alleati e i potenziali alleati, di tutti sono riportate posizioni, indirizzi e numeri di telefono.  

Giornalisti di varie testate hanno già annunciato di voler ricorre al CNIL, l’authority per la protezione dei dati o comunque alle autorità competenti per denunciare la cosa. La procura di Parigi ha intanto aperto un’inchiesta preliminare in cui si contestano la:

  • raccolta di dati personali con mezzi fraudolenti, disonesti o illegittimi
  • registrazione di dati personali sensibili senza il consenso dell’interessato e il trasferimento illecito di dati personali
  • elaborazione automatizzata di dati personali senza previa dichiarazione alla CNIL

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