Un recente studio mostra l'impatto della produzione della carne sulla crisi climatica e come senza si potrebbero ridurre le emissioni, salvando così la nostra Terra

©Shutterstock/Studio Peace
L’industria della carne sta distruggendo ad una velocità impressionante il Pianeta ed le conseguenze che questa ha sulla crisi climatica, sulla deforestazione mondiale e non per ultimo sulla salute umana sono lampanti o almeno dovrebbero esserlo. La produzione della carne rappresenta infatti circa il 20% delle emissioni mondiali di gas serra e l’attività di allevamento di bestiame occupa il 70% di tutti i terreni agricoli del mondo, costi insostenibili a lungo andare per il nostro Pianeta.
Per tale motivo, un recente studio pubblicato sulla rivista PLOS Climate e condotto dal biologo e professore della University of California Berkeley Micheal B. Eisen e dal biochimico della Stanford University Patrick O. Brown, nonché CEO del brand vegetale Impossibile Foods , sottolinea l’urgenza di un cambiamento radicale per stabilizzare i livelli di gas serra nei prossimi 30 anni. E questo cambiamento, secondo gli esperti, è possibile solo mediante la graduale eliminazione degli allevamenti animali e la reintroduzione di coltivazioni e vegetazione spontanee.
Lo studio ha analizzato l’impatto della produzione della carne sul riscaldamento globale, utilizzando un modello climatico che ha consentito di stimare le emissioni di anidride carbonica, metano e ossido nistroso nell’atmosfera fino al 2100 e questo modello ha mostrato che l’eliminazione dell’industria della carne consentirebbe di ridurre del 68% l’emissione di anidride carbonica entro la fine del secolo, stabilizzare i livelli generali di gas serra e recuperare la biodiversità a rischio.
@Plos Climate
Secondo Eisen e Brown, lo scenario ipotizzato è perciò realizzabile tramite la transizione ad una alimentazione quanto più vegetale possibile che possa sfamare tutti i popoli del mondo, combattere l’insicurezza alimentare anche paesi più poveri del Pianeta e la crisi climatica, mantenendo l’innalzamento delle temperature globali entro il 1.5° C .
Gli esperti sono però consapevoli che questa proposta incontrerà non poche resistenze ed ostacoli non solo per il discorso dell’assunzione delle proteine animali e della loro sostituzione. Carne, latte e uova, così come altri alimenti di origine animale, sono alla base di quasi tutte le diete nel mondo, ma i costi e gli effetti della loro produzione stanno portando ad un disastro climatico.
Fonte: Plos Climate
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