Un incubo che ritorna quello del terremoto in Giappone, dove questa mattina alle 9.18 ora italiana (17.18 oraa locale), nelle acque del Pacifico al largo della costa nord orientale dell'isola di Honshū ci sono state due violente scosse di magnitudo 7,3 e 6,2, avvertite fino a Tokyo
Un incubo che ritorna quello del terremoto in Giappone, dove questa mattina alle 9.18 ora italiana (17.18 ora locale), nelle acque del Pacifico al largo della costa nord orientale dell’isola di Honshū ci sono state due violente scosse di magnitudo 7,3 e 6,2, avvertite fino a Tokyo.
Ironia della sorte, l’isola colpita è quella di Honsu, dove si sono verificati il terremoto e lo tsunami che lo scorso anno sconvolsero il Giappone, provocando una delle catastrofi nucleari più gravi della storia. Subito è scattato l’allarme della Japan Meteorological Agency, che ha segnalato le zone più a rischio tsunami. Le prefetture di Iwate, Miyagi, Aomori, Ibaraki e Tochigi sono attualmente in stato di allerta, visto che l’epicentro era 240 chilometri a est di Sendai, a 10 km sotto i fondali marini.
Ai residenti della città di Minamisanriku nella Prefettura di Miyagi, è stato consigliato di mettersi in salvo. Ma la JMA ha ordinato l’evacuazione immediata di gran parte delle regioni costiere a rischio tsunami. Come si nota nella cartina, diffusa dall’agenzia giapponese, tutta la parte in giallo potrebbe essere colpita da un’onda anomala alta mezzo metro, ma una parte (quella segnata in arancio) potrebbe essere investita da un’onda alta fino a due metri. Per questo le autorità giapponesi hanno invitato le popolazioni che vivono nella fascia costiera nordorientale, a spostarsi immediatamente nell’entroterra, preferibilmente raggiungendo alture e montagne.
Intanto, un’onda alta circa un metro, 40 minuti dopo il sisma ha raggiunto Ishinomaki, una città duramente colpita dallo tsunami del 2011. Al momento non dovrebbero esserci vittime. Anche a Tokyo il terremoto è stato avvertito in maniera nitida.“Stiamo chiedendo alle persone di evacuare verso terreni più elevati” ha detto l’ufficiale della città Ryuichi Omori. “È già buio pesto qui. Le chiamate sia da telefoni fissi che da cellulari, sono bloccate, il che rende difficile conoscere i movimenti delle persone”.
E torna anche l’incubo nucleare. La Tepco ha fatto sapere che non ci sono state segnalazioni di eventuali problemi presso l’impianto nucleare di Fukushima.”Nessuna anomalia è stata registrata dagli strumenti che controllano i sei reattori della centrale nucleare di Fukushima Daiichi”, ha detto un portavoce della Tepco. “Non sono state osservate anormalità negli impianti di trattamento dell’acqua.” Intanto, tutti i lavoratori hanno ricevuto l’ordine di rifugiarsi all’interno degli edifici presso lo stabilimento.
La stessa area è stata colpita lo scorso marzo da una scossa simile. Nonostante il Giappone sia preparato a questo genere di calamità, la paura resta. E in Italia? Cosa sarebbe accaduto se una scossa di simile entità si fosse abbattuta sulle coste del nostro paese? Sono tristemente note le conseguenze provocate da terremoti di più modesta magnitudo rispetto a quelli giapponesi, come quello che ha colpito l’Emilia quest’anno e L’Aquila tre anni fa. Allora le conseguenze furono terribili in termini di vite umane spazzate via insieme agli edifici.
Nell’attuale impossibilità di prevedere con precisione dove e quando si verificherà un terremoto, una cosa è certa: l’Italia non resisterebbe ad un simile evento. È a rischio il 70% degli edifici.
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