Tempesta di sabbia tinge di giallo i cieli di Cina, Corea del Sud e Thailandia: le immagini sono da film apocalittico

Una maxi tempesta di sabbia originatasi nel deserto del Gobi ha avvolto le città della Cina e degli Stati limitrofi, fancendo schizzare i livelli di inquinamento (già parecchio elevati per lo smog)

Negli scorsi giorni i cieli di alcuni Paesi asiatici sono stati oscurati da una coltre di sabbia giallastra. Una situazione che ha reso difficoltosi gli spostamenti a causa della scarsa visibilità e che ha provocato problemi respiratori alla popolazione. Il Paese maggiormente colpito dal fenomeno è stata la Cina.

Secondo quanto riferito dal China Meteorological Administration la tempesta di sabbia proveniente dalla Mongolia ha colpito 15 aree del territorio nazionale, fra cui la provincia dello Heilongjiang e la regione autonoma Xinjiang. È già la quarta volta in un mese che si verifica questo fastidioso quanto spettacolare fenomeno.

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A causa dei venti e della scarsità delle precipitazioni la sabbia gialla ha raggiunto anche la Corea del Sud, la Thailandia, il Giappone Taiwan, come mostrano le immagini delle città avvolte nella foschia, rimbalzate sui social.

In diversi casi le autorità hanno consigliato ai residenti, in particolare ai bambini e agli anziani, di restare in casa con le finestre e le porte chiuse e di uscire esclusivamente con le mascherine. Questo perché il livello di inquinamento dell’aria è salito in maniera allarmante.

A Pechino, secondo quanto riferito dal Centro di monitoraggio ecologico e ambientale municipale, lo scorso lunedì le concentrazioni di particelle PM10 hanno superato i 1.321 microgrammi per metro cubo: quasi 30 volte rispetto ai valori giornalieri stabiliti dall’Organizzazione mondiale della Sanità.

Quello che in foto potrebbe sembrare un fenomeno affascinante, nasconde quindi parecchie insidie per la salute. Purtroppo, gli abitanti della Cina e di altri Paesi limitrofi devono fare i conti con queste frequenti tempeste, che non fanno altro che contribuire ad inquinare l’aria, già avvelenata da elevatissimi livelli di smog.

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Fonte: Beijing Municipal Ecological and Environmental Monitoring Center

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