Come combattere l’inquinamento acustico (e perché limitare l’uso delle cuffie per la musica)

Purtroppo viviamo in un ambiente che è pieno di rumori innaturali. Questa situazione ci sta sfuggendo di mano a tal punto che iniziamo a veder comparire una serie di effetti negativi sulla salute dovuti proprio all’inquinamento acustico. Come possiamo difenderci?

Purtroppo viviamo in un ambiente che è pieno di rumori innaturali. Questa situazione ci sta sfuggendo di mano a tal punto che iniziamo a veder comparire una serie di effetti negativi sulla salute dovuti proprio all’inquinamento acustico. Come possiamo difenderci?

Per definizione, l’inquinamento acustico si verifica quando c’è una quantità eccessiva di rumori o suoni sgradevoli che causano una temporanea interruzione dell’equilibrio naturale. Questa definizione è solitamente applicabile a suoni o rumori che sono innaturali sia per quanto riguarda il volume che per la loro origine.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce l’inquinamento acustico “una minaccia sottovalutata” che può causare una serie di problemi tra cui:

  • disturbi del sonno
  • malattie cardiovascolari
  • scarso rendimento sul lavoro o a scuola
  • danni all’udito

Secondo uno studio del 2014, decine di milioni di americani soffrono di una serie di effetti negativi sulla salute a causa dell’esposizione al rumore, tra questi le già citate malattie cardiache, la perdita dell’udito e persino la demenza.

Ma l’inquinamento acustico ha anche importanti conseguenze sulla fauna selvatica. I pipistrelli e i gufi, ad esempio, sono animali particolarmente sensibili dato che si affidano al loro acuto senso dell’udito, che può essere 20 decibel più sensibile del nostro, per cacciare insetti e roditori. Se disturbati dai rumori di fondo, potrebbero non essere in grado di cacciare, nutrirsi e di conseguenza sopravvivere.

Perché non usare le cuffie contro l’inquinamento acustico

Per sfuggire ai rumori spesso infernali delle città, molte persone scelgono di andare in giro indossando cuffie con cui ascoltare musica. Tuttavia, questa abitudine può finire per danneggiare il nostro udito più del rumore stesso dato che per compensare l’interferenza acustica di fondo si deve usare un volume davvero troppo alto.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che entro il 2050 circa 900 milioni di persone in tutto il mondo soffriranno di una perdita dell’udito disabilitante (il 93% in più rispetto ai dati di oggi) e in parte proprio a causa dei dannosi livelli di suono dei dispositivi audio personali. Insomma le cuffie, utilizzate con musica a tutto volume per neutralizzare i fastidiosi rumori dell’inquinamento acustico, potrebbero fare più danni che altro.

Se si continua comunque ad utilizzarle bisognerebbe farlo o ad un livello più moderato, oppure seguendo la regola dell’ 80-90: cioè, se ascolti la musica all’80% del volume massimo fallo per non più di 90 minuti al giorno.

Infine sarebbe bene evitare qualsiasi tipo di cuffia quando ci si impegna in attività che richiedono la completa attenzione e percezione uditiva come guidare un veicolo, andare in bicicletta o fare jogging. La sicurezza è più importante di qualsiasi disturbo causato dall’inquinamento acustico.

Come limitare i rumori dovuti ad inquinamento acustico

Esistono ad esempio delle cuffie anti-rumore che emettono un determinato segnale in grado di contrastare i suoni esterni e contemporaneamente permettono di sentire la musica senza dover utilizzare un volume troppo alto.

Come ha dichiarato Maria Rerecich, direttore dei test elettronici presso Consumer Reports:

“Le cuffie per la riduzione del rumore possono minimizzare i problemi perché non devi utilizzare un volume troppo alto per attutire i rumori. Puoi sentire la musica ad un livello moderato senza doverla ‘far esplodere'”.

how noise canceling headphones work

Naturalmente il grosso del lavoro dovrebbe essere fatto direttamente sull’ambiente realizzando ad esempio barriere anti-rumore vicino agli aeroporti, sulle strade e sugli edifici. Anche in questo caso ci vengono in aiuto gli alberi che se alti e piantati strategicamente possono diventare oltre che dei polmoni verdi per le città inquinate anche della barriere fonoassorbenti naturali.

In futuro, le tecnologie di eliminazione del rumore potrebbero persino essere incorporate negli uffici e nelle case. Ad esempio, i ricercatori del Coordinated Science Laboratory dell’università dell’Illinois hanno combinato reti di Internet of Things (IOT) senza fili che permettono di cancellare il rumore.

Almeno quando si va a dormire cerchiamo di limitare il più possibile l’inquinamento acustico casalingo, spegnendo tutti gli elettrodomestici (anche lo standby) alcuni infatti emettono comunque ronzii e fischi. Per avere un buon sonno riposante si raccomanda di stare in un ambiente con meno di 30 decibel (ossia il rumore di fondo che c’è in una tranquilla zona rurale).

Ogni volta che possiamo, infine, scappiamo dalla città e andiamo a far riposare le orecchie nel verde ascoltando finalmente un po’ del rumore, decisamente più conciliante, che ci offre la natura.

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Francesca Biagioli

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