Sequestrata fabbrica a Monopoli per emissioni di microplastiche nocive e maleodoranti nell’aria

Guardate queste immagini che mostrano il sequestro di una fabbrica a Monopoli per emissioni di microplastiche nocive e maleodoranti nell'aria

In molti avevano segnalato e denunciato le emissioni maleodoranti attraverso un’App dedicata del Comune di Monopoli. Da qui è partito il Nucleo operativo di Polizia ambientale (Nopa) della Guardia costiera di Bari, arrivando a sottoporre a sequestro preventivo, su disposizione della magistratura barese, uno stabilimento industriale di proprietà della società Pipeplast.

Le accuse sono emissioni maleodoranti dovute a plastiche e rifiuti speciali non trattati secondo le norme, inquinamento della falda e del sottosuolo e dispersione nell’aria di micro particelle nocive.

Secondo la Procura di Bari il gestore dell’opificio aveva trasferito all’esterno gran parte del ciclo produttivo aziendale, collocando all’aperto numerosi e ingombranti contenitori flessibili di rifiuti speciali privi di copertura e maleodoranti.

La struttura era, inoltre, dotata di un impianto di trattamento delle acque non certificato e non collaudato, il cui uso ha gravemente compromesso il sottosuolo e la falda sottostante per l’accertata presenza di fango e percolato. Inoltre, è risultato Incompleto e non certificato anche l’impianto antincendio.

Come se tutto questo non bastasse, sul piazzale antistante, sarebbero stati eseguiti anche lavori edilizi abusivi. Proprio a causa della modifica arbitraria della collocazione di uno dei camini, e per l’imperfetta tenuta dei pannelli laterali superiori del capannone divelti in più parti, l’impianto diffondeva nell’atmosfera miasmi di plastica combusta percettibili anche a notevole distanza.

La collocazione all’esterno della fase di triturazione del materiale plastico comportava la diretta dispersione nell’aria di micro/mini particelle plastiche originate dai rifiuti speciali.

“Continueremo con tutte le forze possibili a contrastare i veleni nel nostro Paese. AdMaiora”, scrive il ministero dell’Ambiente.

Le immagini che mostrano il sequestro lasciano poco spazio alla fantasia e mostrano questa vergogna:

Fonte: ministero dell’Ambiente

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