Ancora roghi sul Gran Sasso: non si ferma l’incendio che sta mandando in fumo centinaia di ettari di bosco

Non si ferma da due giorni l’incendio che sta distruggendo centinaia di ettari di bosco sul Gran Sasso, oltre duecento per ora

Non si ferma da due giorni l’incendio che sta distruggendo ettari di bosco sul Gran Sasso, oltre duecento per ora. I Vigili del Fuoco lavorano senza sosta, ma il rogo sta causando intanto immensi danni a flora e fauna di questi splendidi luoghi. Secondo Coldiretti ci vorranno 10 anni per ricostruire le terre andate in fumo.

L’incendio è scoppiato il 30 luglio in zona Arischia (provincia de L’Aquila) e ha raggiunto il bosco intorno al fosso delle Pescine, sulla strada verso Campotosto, paese dove si può ammirare un incantevole lago.

Secondo quanto riportato dall’Ansa, ieri si era aperto un nuovo fronte sempre a L’Aquila, nella frazione di Cansatessa, minacciando il popoloso quartiere aquilano di Pettino. Qui è arrivato anche l’Esercito.

I Vigili del Fuoco, a lavoro con 4 Canadair, un elicottero e una squadra di specializzati, riportano oggi la notizia che purtroppo il rogo ha colpito Monte Omo e sul Monte Pettino. Gli sforzi per fermare il disastro, che si è già portato via oltre 200 ettari di bosco e chissà quanti animali, sono tuttora in corso.

Sembra certo che per ricostituire le aree di macchia mediterranea distrutte ci vorranno almeno 10 anni, con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo, come fa sapere Coldiretti. Un disastro inestimabile.

Molti esperti sostengono come sia proprio il clima impazzito a provocare questi roghi, ma alcune ipotesi suggeriscono che questo sia di origine dolosa, anche se le indagini sono in corso. D’altronde una stima, sempre di Coldiretti, ha calcolato come il 60% degli incendi sia causato proprio dall’azione di piromani.

E a pagare è la Terra e i suoi abitanti. Noi compresi.

Si attende ora di capire cosa effettivamente è accaduto, quando, speriamo il prima possibile, l’incendio sarà domato.

Fonti di riferimento: Vigili del Fuoco/Twitter / Ansa

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