Questi utensili sono fatti di zucchero e potrebbero essere un valido sostituto della plastica (anche per le tue posate)

Partendo dall'isomalto, alcuni ricercatori hanno messo a punto un materiale biodegradabile ed ecologico che potrebbe sostituire la plastica nel prossimo futuro

Quella della plastica è un’emergenza ambientale ancora lontana dall’essere risolta: si stima che, ogni anno, si immettano nell’ambiente ben 300 milioni di tonnellate di plastica – di cui più della metà è costituita da oggetti monouso che hanno vita brevissima nelle nostre mani (piatti, bicchieri, stoviglie, assorbenti, cotton fioc).

La plastica, derivato del petrolio, è un materiale difficile da riciclare: la quasi totalità degli oggetti in plastica gettati via ogni giorno finisce in discarica oppure dispersa nell’ambiente, dove si degrada rilasciando minuscole e pericolose particelle dette microplastiche.

Negli anni, i ricercatori di tutto il mondo hanno provato a mettere a punto soluzioni più sostenibili ed ecologiche all’uso di questo materiale, ma con risultati non eccellenti.

Si trattava, perlopiù, di materiali fragili, difficili da produrre, costosi e che non assicuravano una resa paragonabile a quella della plastica di origine chimica

Una svolta interessante potrebbe arrivare da un team di ricercatori della Boise University, che è partito da un ingrediente insolito per provare a realizzare una plastica biodegradabile e non inquinante: lo zucchero, e più precisamente l’isomalto.

L’utilizzo di polimeri di zucchero per la realizzazione di oggetti in plastica monouso è già una realtà, ma usare lo zucchero da solo può presentare complicazioni e svantaggi.

Per esempio, gli oggetti realizzati a partire da questo materiale tendono a dissolversi in acqua: se da una parte questo assicura grande biodegradabilità, dall’altra rende il materiale poco adatto al contatto con gli alimenti e con i liquidi e impedisce la realizzazione di oggetti come stoviglie e posate.

Per questo motivo, i ricercatori hanno aggiunto all’isomalto fuso altre sostanze che potessero rendere il materiale più resistente – anche al contatto con cibi e bevande, e permettere così la realizzazione di stoviglie e posate ecologiche e biodegradabili.

Sono stati condotti diversi test su tre diversi “impasti” ottenuti a partire dall’isomalto: allo zucchero sono stati aggiunti cellulosa, cellulosa con segatura e truciolato di legno.

posate zucchero

@American Chemical Society

Sono stati poi utilizzati i classici macchinari per la produzione di alcuni oggetti in plastica (piattini, suppellettili, giocattoli): purtroppo, in tutti e tre i casi i materiali si sono dimostrati sensibili alla presenza dell’acqua, che è riuscita a danneggiarli.

Per provare a risolvere il problema, i ricercatori hanno rivestito gli oggetti con gommalacca per uso alimentare e acetato di cellulosa e li hanno testati nuovamente: tutti gli oggetti hanno resistito per un’intera settimana immersi nell’acqua.

Si tratta di un risultato eccellente che tuttavia non assicura il successo dell’invenzione: se questo tipo di materiale diventerà comune o meno, tuttavia, dipenderà dal costo di produzione e dalle scelte di mercato.

Infatti, la plastica è ancora molto economica e l’inerzia del mercato favorisce i prodotti realizzati con questo materiale. Tuttavia, poiché sempre più Paesi stanno implementando tasse o divieti sulla plastica, questo tipo di materiale potrebbe essere favorito molto più velocemente.

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Fonte: ACS Pubblications

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