Nucleare: l’allungamento della vita dei vecchi reattori francesi è un “problema” anche dell’Italia

Se la Francia darà il via libera, anche i cittadini italiani potranno prendere parte alla consultazione pubblica in corso sul nucleare

Estendere di 10 anni la vita dei vecchi reattori francesi. Anche l’Italia vuole partecipare alla consultazione pubblica

Estendere la licenza dei vecchi reattori di 10 anni. In Francia è in corso una consultazione pubblica sul sito dell’ Autorità francese per la sicurezza nucleare (ASN). In ballo ci sono i datati reattori da 900 MW della compagnia Electricité de France (EDF). Ma l’Italia non ci sta e visto che alcune centrali si trovano in zone non troppo lontane dal confine, il Ministero dell’ambiente ha chiesto al Governo francese di avviare una consultazione transfrontaliera, in modo tale che anche l’Italia possa esprimersi in merito.

Se la Francia darà il via libera, anche i cittadini italiani potranno prendere parte alla consultazione pubblica in corso sul prolungamento di altri 10 anni dell’attività di 32 reattori nucleari presenti sul territorio transalpino.

Ma il tempo stringe visto che la consultazione si chiuderà il 22 gennaio prossimo. E’ probabile dunque che possa essere prolungata per permettere anche all’Italia di esprimersi. L’intenzione dell’Autorità per la Sicurezza Nucleare è quella prolungare di altri dieci anni l’attività di 32 impianti. Peccato però che si tratti dei più vecchi ancora in attività nelle 56 centrali nucleari operate da Electricité de France (EDF). Entro il 2030 essi raggiungeranno i 40 anni di attività.

“Alla luce dell’evidente influenza che il processo di revisione in oggetto potrebbe potenzialmente avere sul territorio italiano, si chiede di attivare una consultazione transfrontaliera, che integri il processo in corso effettuato dall’ASN, o sia parte di una procedura di valutazione ambientale ai sensi della Convenzione di Espoo, laddove questa venga intrapresa, in quanto Paese confinante” ha chiesto il Ministero dell’Ambiente all’omologo dicastero francese.

Nella nota ministeriale, inoltre, si sostiene

“l’opportunità di condividere con il governo italiano le valutazioni che hanno portato il governo francese e l’ASN ad escludere il processo di revisione dei reattori in corso dalla procedura di valutazione ambientale ai sensi della Convenzione di Espoo, scegliendo invece di intraprendere al momento solo il processo di consultazione pubblica nazionale”.

Secondo la Convenzione di Espoo, adottata nel 1991, i governi devono garantire la possibilità anche ai cittadini degli Stati confinanti – che potrebbero essere danneggiati da un progetto – di partecipare a una procedura di consultazione (cosiddetta “consultazione trans-frontaliera”) sulle attività proposte. Ed è quello che ha fatto l’Italia, che chiede di permettere ai propri cittadini di potersi esprimere su un progetto “rischioso” come il nucleare, visto che in questo caso, più che in altri, l’inquinamento non conosce confini.

A spingere il Governo e richiedere la consultazione transfrontaliera è Greenpeace Italia che ha accolto con favore la nota ministeriale:

“È piuttosto ovvio che cittadine e cittadini italiani siano parte interessata in questa consultazione pubblica”, ha detto Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia. “Per questo Greenpeace Italia, con una lettera, ha chiesto con urgenza al Ministero dell’Ambiente di attivarsi con la controparte francese per garantire a cittadine e cittadini italiani il diritto di partecipare a una consultazione pubblica che sia “equivalente a quella garantita ai cittadini della Parte di origine””.

L’occasione per l’Italia di far sentire la propria voce sul prolungamento della vita dei vecchi reattori nucleari operanti da ormai 40 anni vicino ai nostri confini.

Clicca qui per leggere il testo della lettera indirizzata al Ministero dell’Ambiente

Fonti di riferimento: Ministero dell’ambiente, Greenpeace

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