La Terra tornerà alla Pangea (ma sopravviverci sarà impossibile)

Una simulazione ha previsto cosa potrebbe succedere entro 250 milioni di anni: la Terra potrebbe trasformarsi in un unico supercontinente chiamato Pangea Ultima con temperature estreme e un ambiente arido e desertico

Secondo una simulazione condotta dal geografo Alexander Farnsworth dell’Università di Bristol e pubblicata sulla rivista Nature Geoscience, la Terra potrebbe trasformarsi in un unico supercontinente chiamato Pangea Ultima entro 250 milioni di anni.

Questo ipotetico supercontinente sarebbe caratterizzato da un ambiente arido e desertico, con una concentrazione di CO2 doppia rispetto a quella attuale e temperature così estreme da rendere difficile la sopravvivenza di gran parte dei mammiferi, compresi gli esseri umani.

Cosa potrebbe succedere

Le dinamiche geologiche naturali, indipendentemente dalle attività umane, guiderebbero questa trasformazione. La deriva dei continenti, un processo lento ma continuo, è responsabile degli spostamenti delle masse terrestri sulla superficie del pianeta.

Questi movimenti portano i continenti a convergere, formando supercontinenti, per poi separarsi nuovamente in cicli che si ripetono nel corso del tempo geologico. Attualmente, la Terra si trova in uno di questi cicli, e Pangea, l’ultimo supercontinente noto, si è frantumato circa 200 milioni di anni fa. Utilizzando i dati disponibili, si è previsto il clima di Pangea Ultima, che rappresenterebbe uno scenario significativamente diverso da quello attuale.

Secondo la simulazione, il prossimo supercontinente Pangea Ultima si posizionerà all’equatore e di fatto sarà una sorta di enorme deserto, caratterizzato da temperature altissime, mediamente più calde di 25-30 gradi centigradi rispetto a quelle attuali.

Condizioni climatiche ben più estreme di ora

A determinare temperature così alte sarà una combinazione di fattori. La dimensione del supercontinente non permetterebbe l’arrivo della pioggia nelle zone centrali. A ciò si aggiunge la maggiore attività vulcanica, che porterebbe al possibile raddoppio della CO2 nell’atmosfera, e un’attività solare più intensa (dovuta all’invecchiamento della nostra stella) che renderà ancor più secca l’aria. Tutto ciò senza tenere in considerazione l’impatto umano sul clima.

In questa prospettiva futura, la vita sulla Terra, se presente, dovrebbe adattarsi a condizioni climatiche estreme. Un ambiente simile renderebbe però impossibile la vita per molte specie di mammiferi, che vedrebbero ridursi le potenziale aree abitabili ad appena l’8% della superficie terrestre rispetto all’attuale 66%.

Tuttavia va notato che le previsioni a così lungo termine sono soggette a molte incertezze e possono essere influenzate da vari fattori. La simulazione, sebbene fornisca uno scenario inquietante, rappresenta un’estrapolazione basata su modelli e dati attuali e potrebbe non riflettere completamente la complessità delle dinamiche geologiche future.

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Fonte: Nature

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