Porto Tolle: arriva il sì del Consiglio Regionale alla centrale a carbone

Le proteste e le controproposte per un’alternativa logica, eco-sostenibile e al passo con i tempi non sono bastate a convincere la Regione Veneto: la centrale Enel di Porto Tolle tornerà in funzione per produrre energia con l’utilizzo del carbone cosiddetto pulito. Un salto nel passato. Un salto nel buio.

Le per un’alternativa logica, eco-sostenibile e al passo con i tempi non sono bastate a convincere la Regione Veneto: la centrale Enel di Porto Tolle tornerà in funzione per produrre energia con l’utilizzo del carbone cosiddetto “pulito”. Un salto nel passato. Un salto nel buio.

Proprio ieri infatti, il Consiglio Regionale del Veneto ha approvato la modifica dell’articolo 30 della legge riguardante l’istituzione del Parco del Delta del Po, inserendo nel testo la possibilità di usare il carbone al posto dell’olio combustibile, precedentemente utilizzato per alimentare la centrale.

E se i lavoratori – che nei giorni scorsi avevano anche protestato “in mutande” si dimostrano soddisfatti, la loro salute lo sarà un po’ meno, proprio come l’ambiente, che con la decisione di oggi subisce un duro colpo.

Inizialmente, il progetto di riconversione della centrale era stato bocciato dal Consiglio di Stato, che aveva accettato il ricorso degli ambientalisti; situazione che aveva sollevato polemiche anche da parte dei sindacati. Gli stessi operai di Porto Tolle infatti, intenzionati a sostenere il loro rientro alla centrale, avevano raccolto oltre 11.000 firme a favore della riapertura.

Con il sì del Consiglio Regionale veneto la struttura della centrale verrà quasi interamente demolita per trasformare le attuali quattro sezioni a olio in una struttura con tre sezioni a carbone, che porterà ad una diminuzione della produzione da 2.640 a 1.980 megawatt.

Secondo i dati resi noti da Enel, con il carbone e le nuove tecnologie la futura centrale dovrebbe abbattere dell’88% l’anidride solforosa, del 61% l’ossido di azoto, l’82% delle polveri sottili e il 26% dell’anidride carbonica.

Spero ora che questo traguardo atteso – ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia – non divenga ora un’occasione di tensione tra i Veneti: comprendo le motivazioni di tutti, ma sono soddisfatto che si sia sbloccata la situazione per migliaia di lavoratori. Era una partita che durava ormai da sei anni. Sono presente oggi – ha aggiunto – non per fare la badante del Consiglio ma per esprimere la posizioni della Giunta in materia di energia”.

Zaia, che nelle scorse settimane aveva chiesto il ritiro degli emendamenti e il voto a favore del disegno di legge, ha sempre auspicato la “modifica l’articolo 30 della legge istitutiva del parco del delta in modo da far ripartire i lavori per la riconversione della centrale”.

Verdiana Amorosi

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