Nucleare: Enea e Governo già pensano alla formazione di tecnici esperti nell’atomo. Ma il referendum?

In occasione del convegno La formazione delle risorse umane nel nuovo programma nucleare tenutosi questa mattina nella sede Enea di Roma, infatti, Saglia è intervenuto con parole molto concrete: Vogliamo costruire un'infrastruttura della conoscenza (sic). In Italia abbiamo anche la necessità della formazione delle pubbliche amministrazioni e degli enti locali che devono gestire sul territorio le attività nucleari.

Da una parte ci sono il governo e l’ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), dall’altra c’è il referendum di maggio, ultimo sbarramento per impedire il ritorno del nucleare in Italia. E in mezzo ci siamo noi, cittadini chiamati a decidere sul futuro dell’energia nel nostro paese. Più che una prova di democrazia, sembra piuttosto lo scontro finale tra popolo e potere, uno scontro in cui i perdenti, in quanto tali, non avranno diritto di replica. Per fortuna la partita è ancora aperta… o forse no?

Dopo lo spot lanciato dal Forum Nucleare Italiano, accusato da più parti di manipolazione occulta, questa volta tocca a Stefano Saglia, sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico con delega all’Energia, gettare altra benzina sul fuoco. In occasione del convegno La formazione delle risorse umane nel nuovo programma nucleare tenutosi questa mattina nella sede Enea di Roma, infatti, Saglia è intervenuto con parole molto concrete: Vogliamo costruire un’infrastruttura della conoscenza (sic). In Italia abbiamo anche la necessità della formazione delle pubbliche amministrazioni e degli enti locali che devono gestire sul territorio le attività nucleari. Il messaggio – implicito – è chiarissimo: il governo si comporta come se il nucleare fosse cosa fatta. Ma come? E il referendum?

A togliere ogni dubbio ci pensa Giovanni Lelli, commissario dell’Enea: la qualificazione delle risorse è indispensabile per affrontare la sfida tecnologica che un programma nucleare comporta, che è soprattutto una sfida di sistema, perché contribuisce allo sviluppo di conoscenze multidisciplinari e impegna una molteplicità di attori e risorse diversi. Come dire: la strada è questa, e questo il modo per affrontarla. Tanto che dalle parole si passa presto ai fatti.

Innanzitutto la sede dell’Agenzia per la sicurezza nucleare sorgerà a Roma, fa sapere Saglia. Inoltre, il governo si impegnerà a trovare al più presto “fondi per la ricerca”, in modo da accelerare la formazione di tecnici specializzati (affermazione impegnativa, visti gli ultimi tagli al sistema universiterio…). Di più: al vertice Italia-Francia di marzo, con Sarkozy presente, si parlerà di nucleare, mentre ad aprile il Ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romanipartirà alla volta di Washington, dove incontrerà il segretario americano per l’Energia Steven Chu. Il viaggio servirà per rafforzare i legami strategici con gli Usa, in particolare sotto il punto di vista della formazione del personale. Un tasto, quello dei nuovi posti di lavoro in arrivo, su cui ovviamente non si sono lesinati richiami…

Ma un accenno al referendum (per chi ancora non lo sapesse, approvato dalla Corte Costituzionale) Saglia lo ha fatto: si terrà probabilmente dopo le elezioni amministrative, che dovrebbero essere fatte ai primi di maggio. Ah, ecco.

Roberto Zambon

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