Nel Golfo di Trieste ora c’è una nursery di Cymodocea nodosa: piantate 2000 talee in grado di assorbire CO2

Si è conclusa la piantumazione nel Golfo di Trieste di 100mq di Cymodocea nodosa, una pianta della famiglia delle fanerogame di cui fa parte anche la Posidonia oceanica, con circa 2000 talee piantate

Che bella un’autentica prateria marina in grado di produrre tanto ossigeno quanto un albero adulto e dare una risposta concreta al cambiamento climatico! È questo lo scopo della campagna nazionale di Marevivo “Replant – Dona ossigeno al Pianeta” che in questi giorni ha anche raggiunto un nuovo obiettivo.

In collaborazione con l’Università di Trieste, si è infatti conclusa la piantumazione nel Golfo di Trieste di 100 metri quadri di Cymodocea nodosa, una pianta della famiglia delle fanerogame di cui fa parte anche la Posidonia oceanica, con circa 2mila talee piantate.

Leggi anche: Alle Bahamas scoperta la più grande prateria di fanerogame marine del mondo grazie agli squali tigre

Un piccolo incredibile passo: le foreste del mare sono preziose per la nostra sopravvivenza dal momento che assorbono una quantità di CO2 35 volte maggiore rispetto a quelle terrestri. Il mare produce più del 50% dell’ossigeno che respiriamo: una prateria di solo 2 metri quadri è in grado di rilasciare in media al giorno una quantità di ossigeno pari a quella prodotta da un albero adulto. La nursery piantata dovrebbe, quindi, produrre nel tempo l’equivalente di ossigeno di 50 alberi.

Le minacce come le attività umane, la pesca a strascico e i cambiamenti climatici ci fanno perdere ogni trenta minuti un’area di piante marine grande come un campo da calcio. Per questo è importante prima di tutto proteggere e tutelare le praterie presenti ma anche sviluppare tecniche di piantumazione per ripopolare le zone danneggiate proprio come si fa sulla terra.

Nel Golfo di Trieste le praterie di fanerogame, un tempo ampiamente diffuse lungo tutta la costa, si sono drasticamente ridotte o sono localmente estinte – spiega Annalisa Falace, biologa marina dell’Università di Trieste. E si stima che questo fenomeno sia destinato ad accelerare a causa del riscaldamento del mare dovuto ai cambiamenti climatici. L’intervento pilota, coordinato da Marevivo, rappresenta una significativa opportunità per testare la fattibilità di ripristino di queste praterie nel Nord Adriatico, anche in vista di interventi futuri più estesi così come richiesto dalla Comunità Europea.

Questa fase sperimentale di piantumazione, resa possibile grazie al sostegno di aziende come Acer, Oknoplast, La Trappe, si è composta di più fasi: la prima ha previsto l’indagine sul territorio per identificare i punti per il prelievo delle piante e le aree ideali per il trapianto e l’attecchimento delle talee; la seconda ha riguardato la formazione degli operatori e quella finale il trapianto delle fanerogame sommerse e relativo monitoraggio.

Durante l’attività è stato necessario utilizzare delle gabbie a protezione, successivamente rimosse, per evitare che i pesci erbivori della zona (Sarpa salpa) mangiassero le talee prima dell’attecchimento.

Replant” nasce proprio da un’urgenza: l’immenso patrimonio di biodiversità nascosto sotto il livello del mare è di vitale importanza per la nostra sopravvivenza sul Pianeta – conclude Raffaella Giugni, Responsabile Relazioni Istituzionali Marevivo. Il ripristino degli ecosistemi marini degradati è parte del PNRR ed è anche una delle priorità individuate dalle Nazioni Unite per il Decennio del Mare.

Questo ci fa riflettere sull’importanza delle foreste marine che, proprio come quelle terrestri, devono essere tutelate e conservate.

Seguici su Telegram Instagram | Facebook TikTok Youtube

Fonte: Marevivo Onlus

Leggi anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook