Scoperte nuove specie di api grazie al quale i biologi hanno finalmente risolto il “mistero di Michener”

La Flinders University ha annunciato la scoperta di otto nuove specie di api e approfondimenti sul comportamento degli uccelli a Viti Levu, Fiji, trovando risposte concrete al mistero di Michener

La Flinders University ha recentemente annunciato la scoperta di otto nuove specie di api nel Pacifico, insieme a preziose informazioni sul comportamento degli uccelli nell’isola di Viti Levu, Fiji. Questi studi illuminano aspetti inesplorati della biodiversità e dell’ecosistema di queste remote isole, offrendo nuove prospettive sulla conservazione e sulla biologia delle specie indigene.

La ricerca condotta ha portato alla luce un gruppo di api precedentemente non identificate, dimostrando la ricchezza nascosta nelle chiome delle foreste della zona. Queste scoperte, frutto di anni di indagini e campionamenti, hanno messo in evidenza la presenza di api endemiche delle Fiji, che hanno eluso la scoperta scientifica fino ad ora. Tra queste, l’Hylaeus derectus, una specie di piccole dimensioni (3-5 mm) rinvenuta vicino al monte Nadarivatu a Viti Levu, rappresenta un esempio emblematico della biodiversità specifica dell’isola.

Ape Hylaeus

©James Dorey/Flinders University

Il mistero di Michener

Queste nuove specie offrono anche una soluzione al cosiddetto “mistero di Michener” una questione irrisolta nella comunità scientifica, riguardante le modalità con cui le api del genere Hylaeus, di piccole dimensioni, sono riuscite a disperdersi su vasti tratti oceanici per colonizzare isole remote come quelle della Polinesia francese.

Le api Hylaeus, caratterizzate da una dimensione ridotta (tra i 3 e i 5 mm), hanno mostrato una notevole capacità di dispersione, superando distanze che vanno dai 4000 km delle Hawaii ai 6000 km dell’Australia fino a raggiungere la Polinesia francese. La presenza di queste api in luoghi così distanti l’uno dall’altro ha lungamente confuso gli scienziati, poiché non era chiaro come potessero aver superato tali ampie distanze oceaniche, considerando le loro piccole dimensioni e le limitate capacità di volo rispetto ad altri insetti. La recente scoperta offre spiegazioni significative a questo enigma. Indica che le foreste delle isole Pacifiche servono come “ponti” ecologici o stazioni di passaggio che facilitano la dispersione di queste api da un’isola all’altra. Questo processo potrebbe essere supportato da vari fattori, come correnti d’aria, uccelli, o addirittura detriti galleggianti, che aiutano le api a viaggiare su lunghe distanze.

Le api di nuova scoperta, a differenza delle più resilienti Homalictus, generaliste e adattate agli ambienti alterati dall’azione umana, mostrano una maggiore sensibilità alla deforestazione. Questa vulnerabilità le rende particolarmente importanti dal punto di vista ecologico, essendo impollinatori critici per la biodiversità degli habitat forestali delle Fiji.

Parallelamente alla scoperta entomologica, gli studi hanno approfondito la conoscenza sul comportamento degli uccelli nativi di Viti Levu, esaminando l’impatto delle attività umane sulla loro sopravvivenza. La ricerca ha analizzato specie quali l’Occhialino dorso grigio, l’Occhialino di Layard, il Pigliamosche di Vanikoro e il Monarca ardesia, fornendo dati essenziali per la conservazione e la gestione degli habitat in risposta ai cambiamenti climatici e alle pressioni antropogeniche. Queste scoperte non solo ampliano il nostro patrimonio di conoscenze sulla fauna del Pacifico ma evidenziano anche la necessità urgente di strategie di conservazione mirate a proteggere questi ecosistemi vulnerabili e le loro specie endemiche.

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Fonte: Flinders University

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