Rapporto sui traffici illeciti di specie animali e vegetali protette Cites: +90% I sequestri della forestale

Legname, animali vivi, pelli di rettile e pellicce di mammiferi, caviale, piante medicinali: il traffico illecito di specie protette dal trattato di Washington rappresenta un giro di affari che frutta nel mondo circa 240 miliardi di dollari. Un mercato questo in cui l’Italia gioca un ruolo da padrone. Solo nel 2010, infatti, sono stati sequestrati dal Corpo forestale dello Stato animali e piante minacciate di estinzione per un valore complessivo di 2 milioni e 950mila, in pratica il 90% in più dei sequestri rispetto allo scorso anno.E’ quanto emerge dal nuovo rapporto annuale sul l’attività del Servizio CITES della Forestale presentato a Roma.

Legname, animali vivi, pelli di rettile e pellicce di mammiferi, caviale, piante medicinali: il traffico illecito di specie protette dal trattato di Washington rappresenta un giro di affari che frutta nel mondo circa 240 miliardi di dollari. Un mercato questo in cui l’Italia gioca un ruolo da padrone. Solo nel 2010, infatti, sono stati sequestrati dal Corpo forestale dello Stato animali e piante minacciate di estinzione per un valore complessivo di 2 milioni e 950mila, in pratica il 90% in più dei sequestri rispetto allo scorso anno.È quanto emerge dal nuovo rapporto annuale sul l’attività del Servizio CITES della Forestale presentato a Roma.

1.500 accertamenti effettuati su tutto il territorio neazionale e oltre 39mila quelli realizzati alla dogana hanno permesso di contrastare i traffici illeciti di esemplari di flora e fauna minacciati di estinzione portando al sequestro di. “30mila confezioni tra integratori alimentari, medicine alternative orientali e cosmetici, 73 articoli in avorio, circa 3mila articoli di pellame di rettile oltre a centinaia di pelli grezze di pitone e 29 chilogrammi di caviale di origine selvatica e 5 quintali di caviale contraffatto“.

Il servizio Cites del Corpo Forestale dello Stato, strutturato con 24 Nuclei operativi Cites (Noc) che operano presso le dogane e 27 Servizi Cites territoriali (Sct) distribuiti su tutto il territorio nazionale, è stato istituito in Italia per dare attuazione alla Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione, C.I.T.E.S – nata dall’esigenza di controllare il commercio degli animali degli animali e delle piante (vivi, morti o parti e prodotti derivati), in quanto lo sfruttamento commerciale è, assieme alla distruzione degli ambienti naturali nei quali vivono, una delle principali cause dell’estinzione e rarefazione in natura di numerose specie.

Tra le più importanti operazioni portate a termine dalla forestale e illustrate nel corso della conferenza stampa, l’Operazione TRAM dello scorso febbraio, finalizzata al contrasto dei traffici illegali di prodotti della medicina orientale o l’Operazione TOSTOINO, dello scorso aprile in cui è stata sgominata un’organizzazione dedita al traffico via internet di testuggini protette: tartarughe rare rinchiuse dentro pacchi postali e spedite come oggetti, immobilizzate e avvolte con nastro adesivo per un valore di oltre 200mila euro.

C’è tanto lavoro da fare in termini di consapevolezza degli acquisti – ha commentato Renato Grimaldi, direttore di Direzione protezione natura del ministero dell’Ambiente. “Tutti questi risultati sono il frutto del ‘fare’ e nascono da una conoscenza approfondita dei problemi“.

I risultati raggiunti nel 2010 dagli uomini del Servizio CITES del Corpo Forestale sono incoraggianti e ci fanno ben sperare. Mostrano come volendo si può cercare di fermare il commercio illegale di specie, come dimostra il lavoro congiunto tra gli uomini del CFS e l’Ufficio TRAFFIC del WWF.” ha plaudito Fulco Pratesi presidente onorario del WWF Italia intervenendo alla conferenza.

Italia protagonista nel traffico illegale

Dal rapporto emerge anche il triste primato dell’Italia che rappresenta uno dei più grandi mercati di articoli e prodotti derivanti da specie animali e vegetali protette, un mercato stimato in un giro d’affari che supera i 100 miliardi di euro l’anno.

Come fa notare anche il WWF, siamo i primi importatori al mondo di pelli di rettile, di legnami dal Bacino del Congo e uno dei maggiori mercatial mondo per il Ramino, un albero proveniente dalle foreste indonesiane di Sumatra.

Per la tutela delle specie protette non si deve abbassare la guardia. Occorre destinare alla applicazione puntuale della CITES adeguate risorse e strumenti operativi efficienti e innovativi perché la Convenzione resta uno degli strumenti più importanti per la tutela della biodiversità e delle risorse naturali – ha dichiarato Massimiliano Rocco responsabile specie WWF Italia – “L’Italia deve arrivare quanto prima a promuovere un piano di azione nazionale, lavorare con i paesi terzi per promuovere i piani di gestione per le specie maggiormente interessate dal commercio illegale e dedicare più attenzione alla gestione degli animali vivi sequestrati al commercio illegale . Lo Stato deve garantire, come si è impegnato a fare, adeguati centri di recupero per offrire una vita migliore a chi già crudelmente è stato privato della sua libertà”.

L’impegno che il WWF chiede al Ministero dell’Ambiente e al Ministero Politiche agricole è per lo sviluppo di un programma LIFE congiunto per la tutela e la salvaguardia della popolazione residua di Aquila del Bonelli e di Capovaccaio” ha concluso Fulco Pratesi .

Durante la conferenza è stata lanciata da Cesare Patrone, Capo del Corpo Forestale dello stato l’idea di mettere a disposizione del pubblico tutto il materiale sequestrato in una sorta di Museo del Crimine ambientale da allestire a Roma: “In Italia non esiste una struttura di questo tipo e abbiamo già effettuato un sopralluogo all’Eur. È un peccato – sottolinea Patrone – che tutto quello che viene sequestrato rimanga nei magazzini quando può servire, invece, ad educare le nuove generazioni. Attendiamo una risposta e il sindaco Gianni Alemanno ci è sembrato disponibile. Speriamo che in un anno si possa arrivare a un risultato“.

Simona Falasca

Scarica il dossier del Corpo forestale

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