Panace di Mantegazza: non toccate questa pianta aliena invasiva, è pericolossissima e provoca ustioni

Il panace di Mantegazza è una pianta aliena invasiva e fototossica che mette a rischio la biodivertità e la salute umana. Vi spieghiamo come riconoscerla

Il Panace di Mantegazza, il cui nome fu un omaggio dei botanici emile Levier e Stepane Sommier al loro amico antroplogo Paolo Mantegazza, è stata importata a scopo ornamentale nel 1800 e, a partire dai giardini privati, si è diffusa e inselvatichita, insediandosi in prati, rive dei fiumi e luoghi incolti.

Il panace di Mantegazza produce si propaga da 1500 a 100000 semi l’anno che si propagano con il vento ad ampio raggio, raggiungendo anche i 100 metri di distanza o attaccandosi anche al pelo degli animali. Riesce a diffondersi, quindi, con una rapidita paurosa e per questo cosniderata una delle specie aliene invasive più pericolose.

Oltre a minacciare la flora autoctona, il contatto con le sue foglie provoca ustioni sulla pelle e cecità. (Leggi anche: Panace di Mantegazza: la pianta tossica che provoca ustioni solo sfiorandola)

Cos’è il panace di Mantegazza e perché è pericoloso

Il panace di Mantegazza (Heracleum mantegazzianum) è una pianta erbacea biennale che appartiene alla famiglia delle Apiaceae, originaria del Caucaso.

I primi esemplari furono importati come piante ornamentali e per le proprietà mellifere all’inizio del 1800 e messi a dimora in parchi pubblici e giardini privati.

Si tratta di una specie resistente e invasiva, che oggi cresce spontaneamente in diverse aree d’Europa, tra cui il Nord Italia e che risulta inserita nella Lista nera poiché pericolosa per l’ambiente e per la salute umana.

In assenza di parassiti e malattie e grazie alla sua velocità di riproduzione, infatti, il panace di Mantegazza è riuscito a diffondersi molto rapidamente e a entrare in competizione con la flora autoctona. Inoltre, le popolazioni di panace sono infatti così dense da non consentire la crescita di altre piante.

Trattandosi di piante di dimensioni notevoli, la crescita di queste piante provoca anche danni alle infrastrutture. La presenza di esemplari di panace aumenta poi il rischio di erosione sui pendii.

La pericolosità per l’uomo è invece dovuta alla sua linfa, che contiene molecole fototossiche chiamate furanocumarine.
A contatto con la pelle umana e in presenza di radiazioni solari, queste molecole causano ustioni anche gravi e cicatrici che possono persistere diversi anni, mentre il contatto con gli occhi può portare a cecità.

Dati i rischi che il panace rappresenta per la biodiversità, per l’ambiente e per la nostra salute, la pianta è oggetto di operazioni di monitoraggio ed eradicazione ed è vietato commercializzare, piantare o diffondere i semi di questa specie.

Come riconoscere il panace di Mantegazza

Il panace di Mantegazza è una pianta erbacea, caratterizzata un fusto spesso oltre i 10 centimetri, cavo e spesso macchiato di rosso e da da foglie basali lunghe fino a tre metri, profondamente divise in tre segmenti appuntiti.

Durante i mesi estivi il panace produce fiori bianchi o giallo-verdastri riuniti a ombrelle che possono raggiungere i 50 centimetri di diametro.

Fiore panade di mantegazza

©akslocum/Shutterstock

Dopo la fioritura, il panace produce numerosi frutti, acheni lunghi circa 12 centimetri e larghi 6-8 centimetri, che disperdono migliaia di semi alati ad alto tasso di germinazione. I semi possono essere trasportati dal vento o dall’acqua e riescono a germogliare anche a distanza di sette anni.

Il panace cresce facilmente nei terreni incolti, nei prati, lungo le rive dei corsi d’acqua e ai bordi delle strade.

Le piante di panace raramente vengono confuse con specie simili per via delle loro notevoli dimensioni. Gli esemplari possono infatti raggiungere i 3-5 metri di altezza.

Il panace di Mentegazza ha delle caratteristiche inconfondibili che possono autarci a riconoscerla ed evitarla. In particolare:

  • Il colore delle foglie , un verde chiaro brillante tendente al giallo con profonde lobature;
  • L’aspetto del tronco, molto spesso e robusto, con striature rosso scuro e contornato da peli irti, simile a quello del carciofo;
  • Il diametro e l’imponenza dell’ombrella che è la più grande tra le ombrellifere;
  • L’altezza e la mole che sono molto superiori a quelle dell’angelica e della panace comune, le due piante con cui spesso viene confuso;
  • L’aspetto a forma di uovo dei frutti e del loro involucro che, nel momento della fioritura rimane attaccato alla base dell’ombrella e tende ad appassirsi.

Se incontrate il panace allo stato spontaneo prestate attenzione e non toccate la pianta.

Se invece il panace cresce nel vostro giardino, dovrete eliminare le infiorescenze prima che vadano a seme oppure estirpare le piante. Entrambe le operazioni devono essere effettuate indossando guanti, indumenti a maniche lunghe e protezioni per il viso. Dopo aver eliminato le piante è consigliabile piantare altre specie per evitare che il panace ricresca.

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