Corridoi ecologici: in questa “città dolce” il sindaco ha esteso la cittadinanza ad api, insetti, alberi e piante

A Curridabat, un distretto del Costa Rica, nella provincia di San José, api, insetti impollinatori, piante e alberi ricevono la cittadinanza

Le api sono gli esseri viventi più importanti del Pianeta e finalmente qualcuno se ne sta accorgendo. A Curridabat, un distretto del Costa Rica, nella provincia di San José, api, insetti impollinatori, piante e alberi non solo ricevono la cittadinanza, ma tutta la pianificazione urbana ruota intorno al riequilibrio dell’ecosistema e la creazione di aree verdi.

Così, mentre in Italia il lockdown non ferma la strage di api, il sindaco di Curridabat, Edgar Mora estende simbolicamente la cittadinanza ad api, pipistrelli, colibrì, facendoli diventare ufficialmente ‘cittadini’.

“Gli impollinatori sono i consulenti del mondo naturale, i riproduttori supremi e non ci fanno pagare per questo. Il piano di convertire ogni strada in un corridoio biologico e ogni quartiere in un’ ecosistema richiede una relazione con loro”, dice il sindaco Mora a The Guardian.

La decisione di estendere la cittadinanza a impollinatori, alberi e piante è la mossa cruciale che ha fatto diventare un sobborgo normale, in un paradiso pionieristico per la fauna selvatica urbana. Non a caso, adesso Curridabat è conosciuta come la ‘Ciudad Dulce’, e la sua pianificazione è stata reinventata partendo da insetti e piante. Sono stati creati dei corridoi verdi per riequilibrare l’ecosistema e sono stati fatti progetti di riforestazione per rimuovere l’inquinamento atmosferico.

“L’idea è nata da una narrazione secondo cui le persone nelle città sono inclini a difendere la natura quando è lontana, quando è un concetto distante, ma sono negligenti quando si tratta di proteggere la natura nel loro ambiente immediato”, afferma Mora. Invece secondo il sindaco, lo sviluppo urbano dovrebbe essere, almeno in una certa misura, allineato con il paesaggio anziché viceversa.

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L’area metropolitana che circonda San José ospita oltre 2 milioni di persone – circa la metà della popolazione del Costa Rica – nonostante copra meno del 5% dell’area del paese. A ricordare che siamo in uno dei paesi più ricchi di biodiversità al mondo ci sono le cime vulcaniche, ma la presenza dell’uomo è molto impattante

L’urbanizzazione è uno dei principali motivi della perdita di biodiversità in tutto il mondo, secondo la Piattaforma intergovernativa di politica scientifica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES), con aree urbane che sono raddoppiate dal 1992. Secondo le Nazioni Unite il 68% dell’umanità vive in città, esercitando un’ulteriore pressione sugli ecosistemi e sugli habitat che svaniscono rapidamente.

Ma fortunatamente, molti urbanisti stanno cercando di cambiare questa relazione e come dicevamo, l’importanza degli spazi verdi nelle città è stata riconosciuta in un progetto delle Nazioni Unite che mira ad arrestare e convertire la perdita di biodiversità.

Quello della Ciudad Dulce è solo uno dei numerosi corridori ecologici in tutto il paese che consentono agli impollinatori di mantenere l’equilibrio naturale.”I biocorridori migliorano la qualità dell’aria, dell’acqua e offrono alle persone spazi per rilassarsi, divertirsi e migliorare la propria salute”, afferma Magalli Castro Álvarez, a capo della rete di biocorridori del Costa Rica.

Ma non solo, come sappiamo, i biocorridori interurbani hanno un duplice obiettivo: creano connettività ecologica per la biodiversità, ma migliorano anche le infrastrutture verdi attraverso strade e sponde fluviali fiancheggiate da alberi che sono collegati alle piccole aree boschive che esistono ancora nelle aree metropolitane. Oltre a fare bene all’ambiente, migliorano la salute delle persone e offrono spazi per rilassarsi. Avere città più fresche non è però l’unico beneficio dato dai corridoi verdi, in molte città dove si è già sperimentato il tutto, si è notata anche la riduzione della criminalità nelle aree più colpite dal disagio sociale, visto che spazi verdi creano socialità e meno abbandono.

Fonte: The Guardian

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