Amatrice: al via il progetto Save the Queen per salvare api e territorio

Consegnati 50 alveari agli apicoltori di Amatrice per ripopolare le api, monitorarne lo sviluppo, educare i cittadini e far ripartire l'economia locale

Il progetto Save the Queen, lanciato alla fine dello scorso maggio, è partito ufficialmente pochi giorni fa con la donazione di 50 alveari alle apicoltrici e agli apicoltori di Amatrice, comune del centro italia devastato dal terremoto del 2016.

L’iniziativa, nata dalla collaborazione tra Legambiente e FroSTA e con la partnership della start-up Beeing, Resilienza e operosità, ha l’obiettivo di tutelare le api e aumentarne la presenza nel nostro Paese agendo su più fronti.

Oltre a distribuire diversi alveari in tutta Italia, il progetto prevede la creazione di una rete di Comuni amici delle api e di Parchi “Save the Queen”, con la realizzazione di una linea di miele di alta qualità prodotta nel rispetto degli impollinatori e dell’ambiente.

Un progetto ambizioso ma necessario, poiché in Europa l’84% delle specie coltivate e il 78% delle specie selvatiche dipendono dall’impollinazione degli insetti, ma il 37% delle api risulta in declino.
In assenza di impollinazione, la varietà dei nostri alimenti diminuirebbe drasticamente e la sicurezza alimentare sarebbe a rischio.

La diminuzione delle api è strettamente legata alla crisi climatica, alla perdita di habitat e all’uso di pesticidi in agricoltura e, per tutelare questi impollinatori, sono necessari accordi con agricoltori, università, amministrazioni locali e istituzioni, perché un impegno concreto a tutela della biodiversità e dello sviluppo di buone pratiche agricole. Molto importante anche coinvolgere la cittadinanza attraverso percorsi informativi ed educativi sull’importanza delle api.

Tutto questo si propone di raggiungere Save the Queen, che ha scelto di partire da Amatrice per unire la necessità di salvare le api a quella di offrire al territorio colpito dal sisma un’opportunità di ripresa economica che dia speranza alla comunità.

“La scelta di presentare la nuova fase di Save The Queen nella cornice amatriciana non è casuale: abbiamo voluto dare un segnale per il futuro in un territorio dove tante donne e uomini, nonostante la crisi dovuta all’emergenza Covid-19 e le conseguenze del sisma, continuano a gestire le proprie imprese, tenendo vive comunità altrimenti destinate a scomparire a causa dello spopolamento.
Con la consegna delle arnie agli apicoltori da noi individuati, quest’oggi, vogliamo contribuire al rilancio di luoghi che hanno moltissimo da offrire, in termini di risorse umane, produttive, ambientali.
Quello svolto dalle api, del resto, è un servizio ecosistemico essenziale e irrinunciabile. La moria di questi insetti, che negli ultimi anni ha subito una brusca accelerazione, va fermata prima possibile. Servono modifiche al prossimo piano d’azione per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, una riduzione dell’uso dei pesticidi in agricoltura e una maggiore diffusione del biologico: tutti passi importanti nella sfida ai cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità, in cui si inserisce la nostra campagna” – ha spiegato Stefano Ciafani, presidente di Legambiente.

La donazione dei 50 alveari agli apicoltori di Amatrice permetterà di ripopolare gli insetti impollinatori, di monitorare attraverso le api la salute degli alveari e l’uso di pesticidi in agricoltura e di avvicinare gli abitanti all’affascinante mondo delle api: oltre a 45 arnie classiche sono state infatti consegnate cinque arnie tecnologiche che consentono a tutti di osservare gli insetti in sicurezza senza arrecare loro danno o disturbo.

Fonti di riferimento: Legambiente Agricoltura/Save the Queen

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