Le multinazionali sono colpevoli dei cambiamenti climatici e i cittadini potranno fargli causa, sentenza storica!

Le società inquinanti sono responsabili dei cambiamenti climatici e dei danni ai cittadini e devono dunque ridurre le proprie emissioni

La Commissione per i Diritti Umani delle Filippine ha riconosciuto la responsabilità delle multinazionali più inquinanti del mondo per aver contribuito al riscaldamento globale e ai cambiamenti climatici.

Lo ha annunciato il commissario Roberto Cadiz a Madrid durante la COP25, la conferenza delle Nazioni Unite sul clima.

La commissione era stata incaricata nel 2016 da Greenpeace South-East Asia e da altri gruppi ambientalisti locali per verificare se 47 delle più grandi aziende mondiali di combustibili fossili stessero violando i diritti dei cittadini filippini.
Tra le società prese in esame anche due italiane, Eni e Italcementi, oltre alle americane Chevron ed ExxMobil e alle europee Shell e Total.

Dopo tre anni di indagini, la Commissione ha concluso che le principali società di combustibili fossili possono essere ritenute legalmente responsabili degli impatti delle loro emissioni di carbonio e potrebbero quindi essere citate in giudizio per il loro contributo al riscaldamento globale.

Il rapporto finale della Commissione, che deve ancora essere pubblicato, riconosce chiare responsabilità legali e morali di queste 47 società e le invita a rispettare i diritti umani e a investire in fonti energetiche più pulite, eliminando il ricorso ai combustibili fossili.

Il direttore di Greenpeace South-East Asia, Yeb Saño, ha definito le conclusioni dell’indagine come una “vittoria storica per la giustizia climatica“.

Secondo Amnesty International, sebbene la Commissione non preveda sanzioni immediate per le società in questione, l’annuncio crea un precedente importante e apre le porte a contenziosi e a indagini penali, che potrebbero vedere le compagnie di combustibili fossili e altre società inquinanti costretti a risarcire danni ai cittadini che si sono ammalati, o che hanno perso i propri cari o subìto perdite economiche a causa dell’inquinamento o di eventi meteorologici estremi collegati ai cambiamenti climatici.

“La Commissione per i diritti umani delle Filippine ha creato oggi un faro di speranza per le vittime della crisi climatica. Questa è la prima volta in assoluto che un ente per i diritti umani afferma che le società di combustibili fossili possono essere ritenute legalmente responsabili verso i cittadini degli effetti dei cambiamenti climatici”, ha commentato Amnesty International in una nota.

Le conclusioni e le raccomandazioni della Commissione non avranno dunque ripercussioni legali dirette, ma potrebbero spingere i governi ad approvare leggi e regolamenti per obbligare le multinazionali a ridurre le proprie emissioni e portare le società più inquinanti a dover rispondere della violazione dei diritti umani.

Gli effetti del giudizio espresso dalla commissione, inoltre, potrebbero non limitarsi alle Filippine ma estendersi a tutti i Paesi: i cittadini di tutto il mondo avrebbero dunque uno strumento in più per difendersi da società senza scrupoli che per interessi economici mettono a rischio la salute e la vita di tutta la popolazione.

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