Migliaia di persone bloccano i ponti di Londra: la protesta per salvare il Pianeta di cui nessuno parla

Migliaia di persone bloccano Londra, occupandone cinque ponti. Una protesta che ha visto come protagonisti adulti e bambini, giovani, adolescenti e pensionati, tutti uniti contro i cambiamenti climatici. Gli effetti del riscaldamento globale sono sotto gli occhi di tutti ma poche sono le azioni realmente concrete per contrastarli. Per questo i londinesi sono scesi in piazza, chiedendo al loro governo di intervenire. Una protesta forte ma passata quasi sotto silenzio

Migliaia di persone bloccano Londra, occupandone cinque ponti. Una protesta che ha visto come protagonisti adulti e bambini, giovani, adolescenti e pensionati, tutti uniti contro i cambiamenti climatici.

Gli effetti del riscaldamento globale sono sotto gli occhi di tutti ma poche sono le azioni realmente concrete per contrastarli. Per questo i londinesi sono scesi in piazza, chiedendo al loro governo di intervenire. Una protesta forte ma passata quasi sotto silenzio.

Circa 6mila persone hanno bloccato 5 ponti londinesi sabato mattina poco dopo le 10 esprimere la loro preoccupazione per l’incombente crisi climatica, 85 sono state arrestate.

In meno di un’ora, era in atto uno dei più grandi atti di pacifica disobbedienza civile del Regno Unito da decenni a questa parte.

Alle 14 il blocco di Southwark Bridge è stato abbandonato e i manifestanti si sono spostati al Blackfriars Bridge, per poi andare verso il Westminster Bridge. Successivamente, si sono riuniti a Parliament Square per ascoltare le parole degli organizzatori. Roger Hallam, uno di essi, ha detto al Guardian che si è trattata di una protesta fantastica.

Quest’ultima fa parte di una campagna di disobbedienza civile di massa organizzata da un nuovo gruppo, Extinction Rebellion, che vuole costringere i governi a trattare le minacce dei cambiamenti climatici e dell’estinzione delle specie al pari di una crisi.

“Il ‘contratto sociale’ è stato infranto … [e] quindi non è solo nostro diritto, ma nostro dovere morale, eludere l’inazione del governo e la flagrante derelizione del dovere e ribellarci per difendere la vita stessa”, ha detto Gail Bradbrook, uno dei organizzatori.

Per molti dei partecipanti, la protesta finirà sui libri di storia. Occorre agire, e farlo in fretta se non si vuole cancellare la vita dalla Terra.

In realtà, anche se il culmine della manifestazione è stato sabato, già da settimane gli attivisti di Estintion Rebellion portano avanti atti di disobbedienza civile, dall’incatenarsi davanti agli edifici pubblici a bloccare le strade principali della città.

“Data la portata della crisi ecologica che stiamo affrontando, questa è la scala di espansione appropriata. Occupare le strade per apportare cambiamenti come i nostri antenati hanno fatto prima di noi. Solo questo tipo di sconvolgimento economico su larga scala può rapidamente portare il governo sul tavolo per discutere le nostre richieste. Siamo pronti a rischiare tutto per il nostro futuro” ha Bradbrook.

I manifestanti hanno chiesto alle autorità di azzerare le emissioni di anidride carbonica entro il 2025 e istituire un’assemblea dei cittadini per ideare un piano d’azione di emergenza simile a quello della seconda guerra mondiale.

Il gruppo, che è stato istituito solo un paio di mesi fa, ha ricevuto qualcosa come 50mila sterline in donazioni solo nelle ultime settimane. Ora ha uffici nel centro di Londra e svolge riunioni in tutto il paese, delineando le dimensioni della crisi climatica e sollecitando la popolazione ad agire.

Peccato però che l’iniziativa non abbia ricevuto l’attenzione che meritava. Un tema, quello dei cambiamenti climatici, fin troppo sottovalutato o forse addirittura scomodo visto che presuppone di cambiare un sistema economico basato sulle fonti fossili.

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