Che fine ha fatto lo storico trattato per proteggere gli Oceani? Ratificato solo da 2 Paesi

Alla data del Conferenza sugli Oceani dell’ONU in programma nel 2025, almeno 60 Stati dovranno aver riconosciuto l’accordo affinché entri in vigore e consenta di proteggere il 30% dei mari entro il 2030. Ma, ad oggi, siamo in estremo ritardo con soli due Paesi ad averlo ratificato

Gli oceani in tutto il mondo sono sempre più minacciati dalla pesca industriale, dall’inquinamento e anche dall’estrazione mineraria in acque profonde, ma sembra non importare a nessuno se l’unico strumento che abbiamo per tutelare i nostri oceani, lo storico Trattato globale per la protezione degli Oceani, non è stato praticamente ratificato da nessuno se non da due Paesi.

Finora, infatti, solo il Cile e Palau hanno ratificato il Trattato ed è gravissimo. A un anno di distanza dall’accordo delle Nazioni Unite, il fatto che solo due Paesi lo abbiano fatto non è assolutamente un buon segnale: si tratta di un ritardo che potrebbe costarci caro e amaro, perché per entrare in vigore il Trattato deve essere ratificato da almeno 60 degli 87 Paesi firmatari. E non solo: si legge chiaramente nella nota che
“l’accordo sarà aperto alla firma presso la sede delle Nazioni Unite a New York per due anni a partire dal 20 settembre 2023”, dunque non c’è tempo da perdere.

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Eppure, una volta entrato in vigore, il Trattato potrebbe costituire un importante strumento giuridico per creare nuovi santuari marini, anche nel Mediterraneo, e raggiungere l’obiettivo di tutelare almeno il 30% della superficie delle acque del globo, salvaguardando la vita negli oceani da cui dipende anche la nostra sopravvivenza.

Questo trattato è una vittoria per la vita degli oceani, ma ora tutti i Paesi che l’hanno sottoscritto, Italia inclusa, devono procedere con urgenza alla ratifica e iniziare a creare una rete efficace di santuari marini anche nelle loro acque territoriali e Zone Economiche Esclusive – spiega Giuseppe Ungherese, responsabile campagna Inquinamento di Greenpeace Italia. Ci auguriamo che l’Italia segua subito il buon esempio con una rapida ratifica per creare una rete efficace di aree marine anche nel Mediterraneo.

Il Trattato ONU sugli Oceani è considerato l’accordo ambientale multilaterale più rilevante dopo l’accordo di Parigi sul clima del 2015. Anche l’Italia, come tutti gli Stati membri dell’Unione Europea, si è impegnata a ratificare il Trattato prima della conferenza ONU sugli oceani che si terrà a Nizza (Francia) nel giugno 2025.

Greenpeace Italia ha lanciato una petizione per chiedere al nostro Governo di ratificarlo rapidamente per consentire la creazione di nuovi santuari marini nel Mediterraneo.

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