Sono passati dieci anni da quando la 443/201, meglio nota come Legge Obiettivo, è entrata in vigore nel nostro paese, con l'intento, sulla carta, di modernizzare il paese dotandolo delle infrastrutture necessarie. Dopo un decennio è arrivato però il momento di fare il bilancio. E chiedersi: quali sono i risultati raggiunti da questa legge?
Sono passati dieci anni da quando la 443/201, meglio nota come Legge Obiettivo, è entrata in vigore nel nostro paese, con l’intento, sulla carta, di modernizzare il paese dotandolo delle infrastrutture necessarie. Dopo un decennio è arrivato però il momento di fare il bilancio. E chiedersi: quali sono i risultati raggiunti da questa legge?
A questa domanda hanno cercato di rispondere sia il WWF che Legambiente, e le conclusioni sono state più o meno le stesse: a fronte di una velocizzazione della procedura di VIA (Valutazione Impatto Ambientale), il proliferare dei cantieri aperti è andato di pari passo con la bassissima percentuale (21%) di opere portate a termine. E lo sperpero di denaro, manco a dirlo, non ha fatto che crescere, passando dai 125 miliardi di euro nel 2001 ai 358 nel 2010. Il tutto con l’aggravante della disparità tra Nord, Centro e Sud del paese, con il primo che assorbe da solo circa la metà del budget (48,5%), nonostante ci sia forse meno bisogno diinfrastrutture.
Al dossier di Legambiente e a quello del WWF si accompagnano le dure parole dei rispettivi rappresentanti: dalla nostra analisiemerge il rischio che questo elenco di opere piuttosto che rappresentare la soluzione ai problemi del Paese possa diventare la ragione della sua crisi – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza; – Nel 2009 è stata introdotta anche la possibilità di aprire nuovi cantieri senza necessità di verificarne la reale fattività complessiva (Legge 191 del 23.12.2009), con finanziamenti a pioggia utili ad avviare solo la costruzione di lotti o di parti dell’opera senza nessuna certezza di completamento dell’opera stessa.
Inoltre, è opportuno ricordare che il Programma (Delibera CIPE 121/2001) non è mai stato sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica, mentre i progetti delle infrastrutture strategiche hanno avuto in questi nove anni sempre Valutazione di Impatto Ambientale positiva –incalza il Presidente del WWF Italia Stefano Leoni; e aggiunge: Questo modo di procedere ha avuto riflessi sulla scarsa qualità della programmazione degli interventi (come ha denuncia la Corte dei Conti negli ultimi 6 anni) e dei progetti (il 53% dei progetti delle infrastrutture strategiche, ha avuto bisogno di varianti al progetto originario, secondo una denuncia dell’ANCE del 2005).
Il bilancio di questo decennio, insomma, è davvero deludente, se non peggio. Con un’ulteriore beffa finale: la dotazione di infrastruttura è più bassa da noi che in Inghilterra, Francia, Germania e anche Spagna. Viene da chiedersi se l’Obiettivo che ha dato il nome alla legge non fosse piuttosto quello di arricchire appaltatori, impresari e magari qualche politico. In due parole: i soliti noti.
Roberto Zambon