La banca britannica Barclays non finanzierà più nuovi giacimenti di petrolio e gas: “è una enorme vittoria per il clima”

Barclays non finanzierà direttamente più alcun progetto di clienti del settore oil&gas. Lo annuncia in una nuova “Dichiarazione sul cambiamento climatico”, i cui stabilisce “chiare aspettative sulle strategie di transizione e sui requisiti di decarbonizzazione per i clienti energetici”

Stop al finanziamento diretto di nuovi giacimenti di petrolio e gas e limiti ai prestiti alle società energetiche che stanno espandendo la produzione di combustibili fossili.

Lo annuncia la banca Barclays nella sua nuova “Dichiarazione sul cambiamento climatico”, in cui precisa il suo taglio ai “finanziamenti di progetto, o altro finanziamento diretto a clienti del settore energetico, per progetti di espansione di petrolio e gas upstream o relative infrastrutture”.

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In questo modo, il colosso bancario britannico – il secondo maggiore finanziatore di combustibili fossili in Europa dopo la multinazionale francese BNP Paribas – annuncia il suo impegno a chiedere ai clienti del settore energetico di produrre piani di transizione o strategie di decarbonizzazione entro l’inizio del prossimo anno.

https://home.barclays/news/press-releases/2024/01/barclays-focuses-capital-and-resources-on-supporting-energy-comp/

Il piano climatico di Barclays

Rilasciata con anche un Transition Finance Framework, il Piano quadro di transizione finanziaria (che include l’impegno di finanziare 1.000 miliardi di dollari di finanza sostenibile e di transizione entro il 2030), la dichiarazione sul clima della banca britannica si impegna a smettere di finanziare direttamente “progetti di espansione di petrolio e gas upstream” e, in particolare, le infrastrutture.

Dal 2025, porrà limiti ai finanziamenti più ampi alle società di pura estrazione non diversificate se più del 10% della loro spesa verrà destinata all’espansione della produzione a lungo termine e taglierà i finanziamenti all’estrazione di “petrolio e gas non convenzionale, segnalando la fine di quello che chiama “appetito commerciale” nel bioma amazzonico e nel circolo polare artico.

Dichiara di voler escludere anche l’esplorazione delle sabbie bituminose e il fracking in Europa, anche se gli attivisti sottolineano che la stragrande maggioranza del fracking avviene altrove.

Per incoraggiare le aziende energetiche a passare a fonti più ecologiche, Barclays propone ai suoi clienti di presentare piani e strategie di decarbonizzazione entro gennaio 2025: Shell e altre compagnie petrolifere saranno anche tenute a stabilire obiettivi di riduzione del metano entro il 2030 e porre fine a tutti i sistemi di venting e flaring non essenziali entro il 2030.

Infine, la banca introduce anche ulteriori restrizioni su petrolio e gas non convenzionali e dei requisiti per i clienti energetici di avere obiettivi di riduzione del metano entro il 2030. Secondo la Dichiarazione, inoltre, i clienti energetici dovranno presentare piani di transizione o strategie di decarbonizzazione entro gennaio 2025.

Cosa dicono gli attivisti dell’annuncio di Barclays?

L’annuncio di Barclays farebbe seguito alle continue pressioni degli attivisti, in particolare dell’organizzazione benefica per gli investimenti responsabili ShareAction, organizzazione no-profit. Ma Kelly Shields, responsabile della campagna di ShareAction, afferma che la strategia energetica di Barclays “avrebbe potuto andare molto oltre”.

L’intenzione di Barclays di richiedere piani di decarbonizzazione ai suoi clienti del settore petrolifero e del gas è quella giusta. Ma affinché abbia forza, la banca deve chiedere ai clienti di smettere di impegnarsi in attività che aumentano la crisi climatica, come l’esplorazione di petrolio e gas – aggiunge. Barclays sbaglia a non escludere il finanziamento di società che si concentrano esclusivamente sull’estrazione di combustibili fossili.

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