Il monologo di Stefano Massini a Piazza Pulita ci ha sbattuto in faccia tutta l’indifferenza verso l’emergenza climatica

Quanto tempo ancora impiegheremo per comprendere che la distruzione dell’ambiente è un problema che riguarda ciascuno di noi? Che il cambiamento parte soprattutto dal cambiamento dei nostri stili di vita? La soluzione più facile e immediata invece? Metterci la coscienza a posto con qualche euro di donazione o un like alle campagne ecologiste

Mi hanno detto che negli ultimi 10 anni sono circa 160 le specie animali che si sono estinte e sul momento accidenti ho detto che era una cosa molto grave. Poi però ci ho ripensato e, detto tra noi, credo che sia comunque una cosa di cui non me ne frega assolutamente niente. Perché insomma, voglio dire, non è che l’orso polare o la volpe della Falkland ce le ho nel giardino di casa”.

Così Stefano Massini, nella puntata di Piazza Pulita andata in onda giovedì 4 maggio, lancia il suo nuovo, potentissimo monologo, “La Terra muore, ma chi se ne frega”.

In un’edizione, quella di ieri sera, nella seconda parte incentrata (finalmente!) sulle tematiche ambientali (era però intorno mezzanotte, per cui non proprio visibilissimo a tutti per un programma peraltro abbastanza di nicchia), Massini ci lascia nuovamente a bocca aperta “impersonando” il cittadino medio, o peggio ancora il negazionista, quello che non vuole vedere gli effetti di una crisi climatica in atto e che crede che quelli siano ancora decisamente lontani da lui.

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Mi hanno detto anche che la Terra si sta riscaldando, che i ghiacciai si stanno sciogliendo, che il mare si sta riscaldando e che comunque il mare è pieno zeppo di plastica. Trovano addirittura la plastica dentro allo stomaco dei pesci – continua – e sul momento ho detto che era una cosa molto grave, molto brutta, poi però ci ho ripensato e, detto tra noi, credo che anche di questo sono autorizzato a infischiarmene completamente. Prendano delle misure, mettano delle barriere e tengano la plastica in alto mare così facciamo i selfie facciamo vedere l’acqua cristallina e non certo la bottiglia di plastica.

E comunque io sono uno che dona sempre un euro con l’sms per i delfini, per le balene e via dicendo…

Chiaro e tondo dunque il concetto che l’attore lancia col suo tagliente sarcasmo: il problema non è il nostro o, meglio, non siamo noi a doverlo risolvere. È esattamente questo il punto: tra noi, da questa parte del mondo, è ancora ben lontana la convinzione che eventi estremi, siccità, carestie, non dipendano anche e soprattutto da noi, dai nostri stili di vita, dallo stile alimentare, dai consumi eccessivi.

E poi tutto il nocciolo delle emissioni climalteranti: la CO2, il metano, tutto aumenta, “poi ho pensato che pure questo, beh, è qualcosa di cui non me ne frega assolutamente niente, perché a ben guardare sono fenomeni lunghi. Non è che sto a guardare l’analisi chimica dell’aria che respiro e comunque io sono uno che puntualmente partecipa alla giornata green, andiamo tutti quanti su un bel prato, ci prendiamo per mano e ci commuoviamo anche. Io soprattutto […] tanto che sono sempre il primo a donare un euro con l’sms quando c’è da piantare un nuovo albero.

Poi che ne facciamo dell’Africa? Piegata in due per la catastrofe climatica, quelli stanno a ben guardare “stanno in Africa, se non muoiono di quello, muoiono di qualcos’altro, si fanno a pezzi tra loro… e comunque io sono sempre il primo che dona un euro via sms per i bambini malnutriti dell’Africa, per le popolazioni a rischio dell’Africa, dono un euro soprattutto perché gli africani rimangano in Africa”.

E ancora spiagge e lavoratori in crisi. E poi l’ultima feroce frase che – se le cose rimangono così come sono – con molta proabilità tra alcuni decenni ci diremo:

Dona un euro con un sms per l’estinzione della razza umana, per l’estinzione di me che sono un esemplare figlio, nipote dell’homo sapiens, homo deficiens.

QUI puoi vedere il monologo completo.

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Fonte: La7 Piazza Pulita

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