Disastro ambientale in Serbia: lago Potpecko invaso da una montagna di rifiuti, non si vede neanche l’acqua

Sono immagini sconcertanti quelle che arrivano dal lago Potpecko, in Serbia, trasformatosi in una discarica galleggiante. L'enorme massa di rifiuti è stata trasportata dal fiume Lim che alimenta la diga.

Sono immagini inquietanti quelle che arrivano dalla Serbia, per esattezza dal lago Potpecko che in questi giorni è stato invaso da una coltre di rifiuti, trasformandosi in una discarica galleggiante. Nelle acque, coperte da spazzatura, è stato trovato davvero di tutto: plastica, frammenti di metallo arrugginito, tronchi di albero e addirittura una bara.

I cumuli di immondizia, che coprono circa 20.000 metri cubi del lago creato per scopri idroelettrici, sono stati trasportati dal fiume Lim che alimenta la diga. Complici le piogge di questi ultime settimane. Qualche giorno fa la stessa sorte è toccata al fiume Drina in Bosnia, invaso da tonnellate di rifiuti dopo l’innalzamento del livello dell’acqua.

Un disastro ecologico che si ripete troppo spesso nei Paesi balcanici

Il corso d’acqua Lim ha origine nel vicino Stato del Montenegro e attraversa diversi comuni ma anche alcune discariche. Adesso l’enorme massa di rifiuti presenti nel lago Potpecko rischia di intasare la centrale idroelettrica della diga. Per questo le autorità serbe hanno ordinato operazioni di pulizia immediata, che dovrebbero iniziare nel fine settimana, da quanto si apprende dalla ministra dell’Ambiente del Paese Irena Vujovic. I cittadini che vivono nell’area sono ormai stanchi di  vedere i loro fiumi e laghi continuamente invasi da spazzatura. Quello che è avvenuto in questi giorni, purtroppo, non è un caso eccezionale ma un problema che va avanti da diversi recenti.

“Sulla base di un recente studio, abbiamo scoperto che in queste città, nei cinque comuni in Montenegro e tre in Serbia, vengono raccolte circa 45.000 tonnellate di rifiuti all’anno”, ha affermato Predrag Saponjic, responsabile dell’impianto idroelettrico della zona. “E anche se solo una parte di quei rifiuti finisce nel fiume Lim, otteniamo questo”.

Gli ambientalisti dell’area balcanica spiegano che la maggior parte delle discariche non è gestita correttamente e i rifiuti, molti dei quali tossici, dispersi nei fiumi e nei laghi minacciano interi ecosistemi e la fauna selvatica.

La carenza di politiche ambientali adeguate e la mancanza di fondi pubblici

La Serbia e gli altri Paesi della penisola balcanica, come la Bosnia e il Montenegro, hanno subito il duro colpo inflitto delle guerre e dalla crisi economica degli anni ’90, da cui ancora non si sono ripresi. Le questioni ambientali, quindi, non sono una priorità per questi Stati, dove mancano i fondi pubblici per affrontarle in maniera adeguata ed efficace. 

Il primo passo per combattere l’inquinamento è la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla tematica, oltre all’individuazione di soluzioni istituzionali sistematiche, come ha sottolineato l’attivista serbo Goran Rekovic. Ed è necessario che ciò avvenga al più presto se Paesi come la Serbia desiderano puntare all’adesione all’Unione europea.

 “Questo non è un obbligo dell’Unione europea. Non dovremmo farlo per loro” ha detto Rekovic. “Il motivo per cui dovremmo prenderci cura del nostro ambiente è per le nostre generazioni future”.

Purtroppo anche nei Paesi Ue quello dell’inquinamento delle acque non è un problema superato, anzi. Per quanto riguarda l’Italia, lo scorso anno un lago su quattro è risultato inquinato fuori dai limiti di legge, mentre il 34% dei campioni di acqua prelevate dalle nostre coste si è rivelato inquinato o fortemente inquinato. Ormai la spazzatura ha invaso anche i posti più impensabili e meno popolati del Pianeta, come le spiagge delle isole Cocos, piccolo e remoto arcipelago australiano, dove qualche tempo fa si è riversata una montagna di 200 tonnellate di rifiuti di plastica. 

Fonte: Reuters/CBS/Twitter

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