Ex Ilva, la Procura sta indagando sulla nube rossa e tossica che ha avvolto Taranto

Dopo che sabato scorso una nube tossica si è alzata dall'Ex Ilva di Taranto è stato presentato un esposto per fare chiarezza e individuare i responsabili

Sabato scorso un’inquietante nube rossa si è sollevata dallo stabilimento dell’Ex Ilva ricoprendo alcune zone di Taranto e in particolare l’ormai tristemente noto quartiere Tamburi, spesso alle prese con le esalazioni tossiche dell’impianto. Ora è stato ufficialmente depositato alla Procura della Repubblica di Taranto un esposto per fare chiarezza su questo grave episodio.

Già sabato vi avevamo dato notizia di quanto accaduto a Taranto, l’ennesimo problema ambientale e di salute pubblica causato dall’Ex Ilva, segnalato anche sui social da tanti video, foto e testimonianze dei cittadini.

Ieri, per indagare sulle cause di quanto accaduto, si è svolta nella zona, ordinata dal ministero dell’Ambiente, un’ispezione straordinaria dell’ISPRA (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), coadiuvata da ARPA Puglia e dallo SPESAL della ASL di Taranto).

Oggi vi diamo un ulteriore aggiornamento che riguarda questa vicenda: è stato depositato un esposto che, con la firma del sindaco Rinaldo Melucci e di tutti gli assessori, chiede alla Procura della Repubblica di Taranto di fare chiarezza sulla nube tossica emessa dallo stabilimento siderurgico ArcelorMittal.

A dare comunicazione di ciò è lo stesso comune di Taranto che, su Facebook, ha pubblicato il testo dell’esposto sottolineando che si richiede:

“Vengano verificate le fonti emissive delle polveri, verosimilmente provenienti dall’area industriale ex Ilva, sollevate dalla tempesta che si è abbattuta su tutto il territorio cittadino. Si richiede, inoltre, che venga accertata l’avvenuta attuazione di tutte le prescrizioni e delle procedure previste dalle norme in materia ambientale, individuando nel caso chiunque risulti responsabile della eventuale commissione di condotte illecite e dei danni occorsi alla salute dei cittadini e al territorio”.

La chiarezza è indubbiamente necessaria e doverosa considerando che la centralina dell’Arpa Tamburi-Orsini ha segnalato, tra le 15 e le 16 di sabato, un picco nella concentrazione di Pm10 (polveri sottili) che dalla media di 81 microgrammi per metro cubo (comunque troppo alta) sono schizzate a ben 172 microgrammi per metro cubo!

I magistrati della procura di Taranto, sezione Ambiente, hanno aperto un’inchiesta (al momento ancora contro ignoti e senza ipotesi di reato).

Saranno ora i carabinieri del Noe a svolgere gli accertamenti necessari per capire cosa è accaduto davvero e attribuire a chi di dovere le responsabilità di questo episodio che, ancora una volta, mette seriamente in pericolo la salute dei cittadini di Taranto.

Fonte: Corriere di Taranto / La Gazzetta del Mezzogiorno

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